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Marco Legnini: "La tattica sopperisce alla tecnica"

by Cristiano Simeti

L'ala classe '96 della Luiss Roma racconta il passaggio dal calcio al basket, la scelta di sposare il progetto della Luiss e le ambizioni future

Abbiamo raccontato tante volte l'unicità della Luiss Roma nel coltivare i giovani talenti nello sport e di offrire ai ragazzi la possibilità di affiancare un percorso universitario di primo livello. Ne è un esempio Marco Legnini, il classe '96 che da dicembre ha scelto di sposare il progetto Luiss, diventando un giocatore importante per coach Paccarié.

Gli anni nel calcio e il passaggio al basket
Marco Legnini si è raccontato ai nostri microfoni: "Ho giocato a calcio fino ai 13-14 anni, poi vedevo che l'altezza aumentava e ho pensato di approcciare al basket. Mi è piaciuto molto questo sport. Ho iniziato a guardare video, film e andavo al campetto pur non avendo grandi qualità. Ho iniziato a giocare a 15 anni, nel Basket Roma con Castellano che mi ha insegnato le basi. Ho fatto le giovanili, ho vinto le finali nazionali U19. L'anno dopo sono andato in America dove ho giocato per il college. All'inizio è stato difficile, mi sono ritrovato a giocare con ragazzi che facevano pallacanestro da sempre. Anche l'aumento di altezza è stato difficile da gestire soprattutto per coordinazione e tecnica".

L'esperienza in America
"La differenza fondamentale che ho trovato in America è stato il passaggio da un gioco tattico a un uno contro uno con tante sfide singole. Era molto sentita la rivalità individuale tra giocatori, con la voglia di prevalere sull'altro. Io arrivavo da una squadra giovanile dove ho appreso molto la tattica e sono passato a un basket molto più individualista. Mi sono portato dietro proprio questa voglia di vincere il duello personale con l'avversario che oggi mi permette di mantenere alta la concentrazione. Certamente è evidente anche ad alto livello la gestione del gioco e il tatticismo dei giocatori europei rispetto al talento individuale dei giocatori americani".

Lacune tecniche ma crescita tattica
"Le caratteristiche tecniche purtroppo non le ho migliorate tanto quanto quelle tattiche. Il
tiro ad esempio va allenato costantemente, altrimenti non migliora. Questo è stato anche un mio errore perché non ci ho dedicato il tempo adeguato. Sono cresciuto molto, invece, tatticamente e riesco a leggere meglio le situazioni. Questo upgrade mi è servito a colmare alcuni punti deboli dal punto di vista tecnico e nel complesso mi ha fatto migliorare nel complesso come giocatore".

La scelta della Luiss e le ambizioni future
"Ho scelto la Luiss perché riesce a coniugare il percorso sportivo e quello didattico. Per avere una carriera importante successivamente al periodo della pallacanestro e che possa fornire sbocchi diversi è fondamentale l'opportunità che offre la Luiss. Io ho preso questa strada perché vedo il basket come un hobby, ma la mia ambizione non è più quella di giocare a pallacanestro come professionista in futuro, piuttosto continuerei a praticarlo per divertimento. Vedo la mia carriera su altri fronti, al di fuori del basket, però mai dire mai. Riesco a conciliare piuttosto bene gli impegni didattici con quelli sportivi. I miei interessi sono cambiati e ad oggi credo che la Serie B sia la categoria adatta a me rispetto a quelle che sono le mie ambizioni".

Salvezza centrata con due giornate di anticipo
"Ci manca esperienza ancora come squadra e probabilmente con qualche vittoria in più avremmo centrato i playoff. Sono comunque soddisfatto della stagione della squadra e della salvezza ottenuta in anticipo. Credo che possiamo essere soddisfatti, soprattutto per il girone in cui ci trovavamo. Abbiamo affrontato squadre molto attrezzate sia tecnicamente che fisicamente. Essere già salvi nonostante il doppio impegno aumenta il valore dell'obiettivo raggiunto. Non abbiamo mai appesantito troppo l'ambiente soprattutto in situazioni complicate dove rischiavamo i playout e questo ci ha permesso di affrontare le partite nel migliore dei modi".

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