Stanzione, una vita da mediano: "Grifone? Il mio nido"
- by MassimilianoLergetporer
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in Calcio a 11
Luca Stanzione, giocatore classe 2003 del Grifone Calcio, racconta come il duro lavoro ripaga sempre
L’esordio
Fin da piccolo, Luca è stato trascinato da una grandissima passione per il calcio, di cui ricorda entusiasta la prima volta: “Grazie a mio padre ho potuto vedere tante partite. È stato lui che mi ha portato a giocare. Ricordo quando uscivo da scuola e non vedevo l’ora di andare agli allenamenti o al parco con i miei amici. Non mi sono mai pentito di questa scelta. Ora stanno arrivando le soddisfazioni". Tanta dedizione, la voglia di migliorare, crescere e impegnarsi sono gli ingredienti della carriera di Luca fino a questo momento, nonostante i primi di difficoltà nel mondo dei grandi: “I miei compagni sono sempre vicini, mi aiutano. Lo fanno soprattutto i più esperti, anche se a volte ho dei momenti in cui non sono al 100%. Il Grifone è come se fosse un nido protettivo”. Non mancano gli elogi al proprio allenatore Zappavigna, che ha subito mostrato grandissima fiducia nei confronti di Luca: “Il mister mi sta facendo crescere, a livello tattico ma anche caratteriale, nonostante ci conosciamo da pochissimo tempo. Continuerò sempre ad ascoltarlo, perché penso che anche grazie a lui potrò arrivare in alto”.
Una vita da mediano
Luca non solo ama il calcio, ma ama soprattutto il ruolo che gli è stato assegnato durante questi anni. Nonostante sia una posizione che richiede responsabilità e un livello alto di attenzione, il talentino del Grifone non ha intenzione di tirarsi indietro: “Amo giocare davanti la difesa, dove gravita più spesso la palla. È un ruolo cruciale per la squadra. Il centrocampista deve pensare prima agli altri e poi a sé stesso e quando qualcosa non va bene deve farsi trovare pronto per poter aiutare il compagno. È un ruolo che richiede di giocare prima con la testa e poi con i piedi”.
Il futuro deve aspettare
Prima di iniziare a pensare al futuro, Luca preferisce rimanere con i piedi per terra e lasciare che sia il tempo a indicargli la strada giusta: “Adesso penso al presente, penso a finire bene questo campionato; con il tempo le soddisfazioni arriveranno, ma già giocare per il Grifone mi rende orgoglioso”. La squadra, in questi quattro anni, gli ha permesso di compiere quello step in avanti per la sua crescita come calciatore: “Quando cominci a giocare in prima squadra capisci la vera essenza del calcio. Inizialmente con la Juniores giocavo solo per divertimento, non apprendendo bene quali sono i momenti importanti della partita, quando bisogna invece rimanere concentrati e difendere di più”.
La forza della resilienza
Il centrocampista del Grifone ricorda i momenti complicati attraversati durante il periodo della pandemia, limitandosi a dare un consiglio anche per i più giovani: “L’allenamento è alla base di tutto, il lavoro duro ripaga sempre ed il Covid ci ha messo a dura prova. Non tutti sono stati capaci di gestire paura e ansia. Ho amici che hanno smesso di giocare a causa della pandemia. Durante questo periodo spesso eravamo solamente in dieci ad allenarci di sera, con il freddo. Passione e dedizione sono importanti per raggiungere i propri sogni. Poi ognuno continuerà il proprio percorso".
Next step
In vista della prossima partita, riuscirà il Grifone a dominare il campo del Villa dei Massimi? “Siamo un gruppo con grandi qualità tecniche, abbiamo dimostrato di essere a pari livello di altre squadre, portando a casa sempre buoni risultati. Siamo una squadra nuova, al primo anno in categoria, ma abbiamo molta intesa. Sono molti i bambini della scuola calcio che vengono a vederci, questa è una soddisfazione in più per noi. La partita di domenica sarà fondamentale per il prosieguo del campionato, ma dobbiamo entrare concentrati in campo fin da subito”.
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