Finale Scudetto alle porte per Roma e Swamlab. Sentiamo i mister D’Amora e Baroni per ripercorrere le maratone stagionali delle due squadre.

Rifondazione

La Roma è stata quasi rifondata. Molti cambi, dalla panchina con l’insediamento di Cristiano D’Amora a nuovi volti: Covarelli, Di Nolfo, Barani, la partenza di Federici. La Supercoppa è stato un passaggio per far capire che i campioni in carica non avevano cambiato il DNA. Spiega D’Amora: “La regular season ci ha dato una mano a livello organizzativo. Secondo me, annata estremamente positiva”.
La finale è molto attesa, è una partita che entrambe le squadre hanno meritato di raggiungere. La Roma ha la terza miglior difesa: “Squadra, noi come loro, matura. Sappiamo quando cambiare ritmo, soprattutto in determinate partite”.

Continuità

Discorso diverso dai giallorossi è per lo Swamlab, che non ha cambiato troppo, se non aggiunto giocatori di grande qualità, rendendo la rosa a disposizione di Alessandro Baroni una superpotenza del calcio a 8 capitolino, punto su cui lo stesso allenatore non si nasconde: “Abbiamo cercato e trovato continuità. Nonostante alcune difficoltà, siamo contenti di giocarci due finali”.
Dal canto proprio, i viola giocano la sesta finale in due anni, ed hanno la possibilità di iscrivere il proprio nome per la prima volta nell’albo della Serie A: “La finale è giusta, sono contento di potermi misurare con una realtà solida come la Roma”.

Qualità

Nomi altisonanti, giocate monstre e mentalità vincente: la qualità non manca ad entrambe, come si gestisce? I due allenatori la pensano allo stesso modo: “Gestiamo la nostra squadra in maniera diretta. Ogni calciatore ha una storia personale, ma se mettiamo questa davanti viene meno la squadra. Devono accettare tutti questo discorso, con il rischio per noi di diventare antipatici”.

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