Qualche calo mentale ed un rendimento interno che stenta a decollare: mister Armando Mirra spiega cosa non sta funzionando e dove può migliorare la sua Mirafin.

Il mio percorso nel mondo del futsal.

Armando Mirra ha iniziato nel calcio, per affiancare all’età di 19 anni il padre nel progetto Mirafin, partendo dalla Serie D. Inizialmente da atleta e dopo alcuni anni nel campionato di C1 è diventato allenatore, prima del settore giovanile e della prima squadra.

Sull’ultima sconfitta

Mirra ci parla di «bruttissima sconfitta», una sconfitta mentale e un approccio totalmente errato alla partita, arrivando anche a dichiarare: “Non riconoscevo la mia squadra”. Il mister tiene molto alla fase difensiva ed è contento che la squadra subisca pochi gol un aspetto sul quale la Mirafin lavora fin dal primo giorno. L’allenatore ha definito fondamentale la fase difensiva anche perché ti permette poi di esprimere un miglior gioco e possesso palla in fase offensiva, aspetto nel quale la squadra deve ancora migliorare.

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La Mirafin è una delle poche squadre che ha un rendimento migliore fuori casa rispetto tra le mura amiche. Il mister, senza fare drammi, analizza così la questione: “Stiamo cercando di capire cos’è che non ci permette di esprimerci al meglio in casa. Sembra particolare questa cosa, bisogna lavorare sull’aspetto mentale”.

Trasferta a Velletri

Sulla preparazione della trasferta, Mirra dice: “Partita sulla carta facile, ma in campo è tutta un’altra cosa. Stiamo cercando di mantenere la giusta concentrazione senza fare conto della classifica. Da sabato in poi sono otto finali”. Per il mister si concretizza troppo poco il gioco coinvolgente della Mirafin. La squadra crea tanto e segna non quanto dovrebbe e si augura che una maggiore precisione sotto porta possa portare qualche punto in più per il prosieguo della stagione.

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