Daniele Intoppa, fino a poco tempo fa arbitro della Serie A di Calcio a 5, parla del suo percorso e del microcosmo dei direttori di gara.

Esordio, soddisfazioni e rimpianti

È stato il consiglio di un amico, ha spiegato Intoppa, a fargli cominciare il percorso da arbitro. Tra primissime partite ricordate in modo scherzoso, ma anche con affetto, ci ha raccontato la sua storia, tra grandi soddisfazioni, come la prima partita arbitrata in Serie A, con la tensione che ne deriva, e grandi rimpianti, come i primi errori, che comunque «Mi hanno dato la forza per andare avanti con molta più voglia, per farmi arrivare infine in Serie A», anche però con un pizzico di fortuna, che «c'è sempre».

Il ritiro e un nuovo percorso

Dopo dieci anni da arbitro, Daniele Intoppa si è ritirato dalla Serie A, intraprendendo un nuovo percorso dirigenziale con l’Olimpus Roma. Dopo 10 anni da arbitro, da regolamento, si viene dismessi, ha spiegato, per poi continuare: “Avevo deciso di fare domanda per fare l’osservatore, poi è nata l’idea con l’Olimpus di fare il dirigente addetto agli arbitri”.

Preparazione fisica e mentale

Tantissima preparazione fisica e tanto lavoro, ma anche preparazione più “nozionistica”, questi gli ingredienti che formano un buon arbitro. “Lo sport è il pane quotidiano dell’arbitro”, afferma Intoppa per far capire quanto sia importante per un direttore di gara essere in grado di comprendere a tutto tondo regole e situazioni che occorrono nei singoli sport. Come? Tramite auto-analisi, ad esempio rivedendosi le partite che si è arbitrato: "Proprio come fanno gli stessi giocatori prima e dopo le partite che si disputano”.

Il microsistema della partita

Intoppa ha concluso, ai nostri microfoni, con una riflessione interessante: “L’arbitro non è l’unico con la responsabilità della buona riuscita di una gara, ma ne è parte integrante”, sottolineando, con questo, come le partite siano un vero e proprio microsistema, dove ogni singolo protagonista è responsabile di fornire, a loro stessi e ai tifosi, un incontro bello e, soprattutto, corretto.

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