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Lositana, Di Giovenale: "Al mio arrivo accolto come un familiare"

by Mario Laiosa
in Futsal

Il portiere classe 1997 ci confida un amore incondizionato per la Lositana, nella quale ha trovato una seconda famiglia.

Dalla Pisana alla Lositana

L' inizio otto anni fa tra gli allievi dell'History Roma 3Z dove è rimasto fino all'Under 21, la chiamata in C2 ed un anno importante con la Pisana, nel quale ha appreso molto. Quattro anni fa l'approdo alla Lositana, che Di Giovenale ricorda così: “Ciò che mi ha subito convinto a sposare il progetto che mi è stato presentato è stata, innanzitutto, l'accoglienza che mi è stata riservata. Ho trovato un ambiente amichevole, mi è stata data fiducia da subito anche se io mi sono aggregato al gruppo in un secondo momento”.

L'estremo difensore rimarca anche un particolare che distingue nettamente la Lositana dalle altre realtà: “Questo è un progetto differente, perché nasce dall'idea di un gruppo di amici che con sacrificio e dedizione hanno creato una solida realtà. Questa è stata la scintilla che mi ha fatto scegliere la squadra, poi la scintilla ha generato una fiamma, diventata sempre più viva con il passare del tempo”

Portiere da sempre

“Il portiere è l'unico che vede sempre tutto il campo ed è un compito di estrema responsabilità. È un ruolo che fa crescere la tua personalità anche al di fuori del campo”. Per Di Giovenale quello dell'stremo difensore è un ruolo fondamentale, persino più importante di altri, soprattutto nel futsal, dove si può arrivare in porta con più facilità date le ristrette dimensioni del campo. “Sai di non poter sbagliare” - commenta il nostro ospite - “mi sento di essere l'ultimo baluardo, con quell'idea di aver sempre la possibilità di fare qualcosa e mettere una pezza a quello che può succedere. È una sfida nella sfida, e mi piace tutto ciò”.
Abbiamo poi chiesto a Di Giovenale quali sono, dal suo punto di vista, le differenze nell'interpretazione del ruolo tra un portiere di futsal e uno di calcio a 11. Questo il  suo pensiero: “Sono due ruoli radicalmente diversi, sia nella tecnica di base che nella rapidità. Cambia anche il modo di allenarsi. Un portiere di calcio a 5 lavora molto di più sulla reattività ad esempio, sui riflessi, e deve essere sempre pronto a risolvere le situazioni più ingarbugliate. Mi sento di dire che sono due mondi quasi opposti anche se il ruolo in sé è sempre quello”.

 

ARTICOLO DI MARIO LAIOSA

 

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