Luca Sanguinetti: “La Luiss è il modello USA in Italia”
- by Nicolò Piemontesi
Da giocatore a Team Manager di uno dei progetti più rivoluzionari del basket italiano: ecco Luca Sanguinetti.
Double Career
L’unico progetto italiano che dà la possibilità ai giocatori di essere anche studenti, 16 borse di studio stanziate ogni anno; vitto, alloggio, e retta universitaria per i componenti della squadra, loro devono solo preoccuparsi di giocare e studiare: “La Luiss si pone l’obbiettivo di formare i ragazzi sia come atleti, facendoli competere in un campionato prestigioso quale la Serie B, sia come studenti; possono scegliere se rimanere nel mondo sportivo o tuffarsi in quello del lavoro”.
Sangunietti spende parole al miele nel raccontare l’universo che lo circonda, lui stesso ha fatto parte di questo progetto e ci racconta come le cose siano cambiate e migliorate dal 2014: “La squadra si è aggiornata partendo dallo staff: coach Paccariè ora è coadiuvato da 2 altri allenatori, un fisioterapista segue la squadra a tempo pieno, il numero di preparatori è cresciuto, i giocatori sono più seguiti che mai. Dal punto di vista dell’ateneo ogni giocatore ha una stanza tutta sua, frequenta il corso di studi che più gli piace, viene seguito da un tutor in caso gli impegni sportivi si sovrapponessero con quelli universitari”.
Una famiglia non una squadra
“Cosa ci differenzia dalle altre società? Ti faccio un esempio: a inizio campionato il nostro play di riserva, D’Argenzio, si è rotto il crociato; una squadra normale sarebbe andata sul mercato per cercare un sostituto: noi no. Non possiamo, avremmo dovuto immatricolare un nuovo ragazzo come studente; quindi, abbiamo fatto affidamento sui nostri ragazzi già in rosa. La soluzione si trova sempre tra di noi, non al di fuori”.
Un gruppo in cui ognuno si sente valorizzato, i ragazzi vivono insieme, alcuni seguono gli stessi corsi, hanno gli stessi interessi, pranzano e cenano tutti insieme in università; il giusto mix per creare un legame forte e solido. Anche per Sanguinetti il richiamo del campo è forte ma, non così intenso come il ricordo di quel senso di aggregazione e condivisione che si prova solo nello spogliatoio della Luiss.
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