Il giovanissimo nel roster della Luiss si siede sulle spalle dei giganti per guardare oltre gli ostacoli e sognare il titolo.

Di Padre in figlio

“Mio padre è stato per anni un giocatore di spicco della Serie A, mi ha trasmesso lui la passione per questo mondo. Ho coltivato questo sport e ora sono contento di essere in una società così prestigiosa come la LUISS”. Una chiamata irrinunciabile, così Sean Busca descrive il primo approccio all’universo Luiss, un richiamo troppo forte per rifiutare, o per farsi venire dubbi.
Un progetto che più volte abbiamo definito prestigioso, ma che porta con sé anche grandi responsabilità, le pressioni non sono poche, dover performare sia a livello agonistico sia sul piano scolastico possono stressare non poco i ragazzi, soprattutto i più giovani. Ecco che in soccorso arriva il gruppo Luiss, per il quale Busca spende dolci parole: “I ragazzi mi hanno accolto sin da subito come uno di loro, Pasqualin e Di Bonaventura, tra i più esperti del gruppo, mi hanno preso sotto la loro ala dandomi preziosissimi consigli su come affrontare al meglio questa esperienza per trarne il massimo miglioramento possibile”.

Tra idoli e sogni

“Poter giocare con uno degli uomini più forti della Serie B, Marco Pasqualin, mi sta aiutando moltissimo nella crescita. Lo osservo in allenamento e in partita per rubare con gli occhi la sua tecnica e le sue idee di gioco”. Pasqualin come modello e Ibrahimovic come idolo.
L’obbiettivo per i ragazzi di coach Paccarriè ora è chiaro e ben definito: si punta al titolo. Una stagione da incorniciare, un record da difendere, l’unica squadra in Italia a non aver mai perso in casa. Tutti questi fari puntati possono essere motivo di pressione psicologica, non per i ragazzi della Luiss, avere obbiettivi e motivazioni ben definite li aiuta a restare concentrati e a tirare fuori quel 10% di energia in più fondamentale per vincere le partite nei finali di gara, vedasi l’ultimo scontro con Cassino.

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