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Giulio Casale e il basket: un rapporto d'amore e odio

by Nicola De Angelis

Giulio Casale si racconta tra la vita professionale e quella privata, analizzando gli aspetti che lo hanno più contraddistinto.

Un inizio casuale

Giulio Casale si avvicina al mondo del basket all’età di quattro anni seguendo il cugino, per poi diventarne un appassionato. Nel corso della sua carriera, in giro per l’Italia, ha giocato in varie categorie fino alla massima divisione. Durante questo arco tempo «la pallacanestro è stato la miglior insegnante della mia vita».

Il segreto è creare empatia

Quello che ha sempre contraddistinto la carriera, sia da giocatore che da allenatore, di Giulio Casale è stato entrare in empatia con le persone intorno a sé. All’interno di un gruppo squadra questo permette di raggiungere traguardi importanti. Quando si è allenatore la squadra «ti deve vedere come un alleato ma che allo stesso tempo rispettano, ma non temono»; questo crea quel rapporto di empatia e di sincerità che permette ad un allenatore di solidificare il gruppo, come racconta Casale: “Il risultato non è quello che facciamo ma quello che raggiungiamo alla fine del percorso.   

Momenti indimenticabili

Il playmaker elenca i campi più difficili su cui ha giocato, mettendo al primo posto il Pala Mangano di Scafati. Invece, guardando al panorama europeo i campi che più gli sono rimasti nel cuore sono quelli di Belgrado, Atene sponda Panathinaikos ed il WiZink Center, la casa del Real Madrid, «dove ogni partita è uno show e ti senti onorato a star seduto lì in panchina». Oltre ai parquet i momenti più belli sono quelli legati alle vittorie dei campionati, allo scudetto, l’esordio in Serie A, l’esordio in EuroLeague. Ciononostante, non è il campo in primis la soddisfazione più grande: “Per la prima volta mia figlia a 19 mesi mi ha visto giocare”. La neonata in casa Casale ha contribuito ad un’ulteriore gioia per papà Giulio: “Il canestro più bello di tutti è quello che ho fatto per la prima volta, due domeniche fa, davanti a mia figlia. A livello emotivo non lo scorderò mai”.

 

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