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DILETTANTISMO E PANDEMIA: E ADESSO? PARTE 2

by Valerio Campagnoli

Breve recap per risolvere la situazione dei campionati dilettantistici: la prima opzione, dunque, sarebbe un rimandare tutto all’estate, magari aprendo il calcio locale alle partite in notturna.

In alternativa, la seconda opzione sarebbe terminare i campionati, sempre sfruttando la finestra di luglio e agosto, con un posticipo dei campionati per la stagione successiva da risolvere in due modi: o diminuendo il numero di squadre, o accentrando le gare infrasettimanali.
La terza ipotesi, quella peggiore, sarebbe nel terminare d’ufficio i campionati, ma senza retrocessioni: sarebbe in effetti ingeneroso non dare una chance a chi, a febbraio, si è trovato con l’acqua alla gola ma avrebbe comunque una decina di partite per potersi salvare. Giocoforza, il tutto si tradurrebbe in un rimescolamento degli organici: magari aumentando i gironi, ma con meno squadre a raggruppamento. Una Promozione light da 18 a 16 squadre, per dirne una.
Quest’ultima ipotesi sarebbe di certo la più prudente. Non siamo certi di cosa ci riserverà il futuro, ma anche in questo caso bloccare le retrocessioni potrebbe generare, l’anno successivo, un surplus di squadre a cui si dovrà ovviare con un massiccio programma di playout: due retrocessioni dirette, playout dalla terzultima alla sest’ultima. Sicuramente saranno campionati in cui la “partita regalata” sarà qualcosa di oggettivamente difficile, per non dire impossibile.
C’è tuttavia un’altra opzione, che può fare da apripista a un calcio flessibile, nuovo, che possa avere una parvenza di normalità terminando le stagioni: ricorrere drasticamente al sistema di gironi o mini gironi, al fine dei quali poi stabilire un roster di playoff e playout. Il numero di gare si ridurrebbe enormemente, e un sistema mutuato dalla Champions League potrebbe accontentare la voglia di calcio in sintonia con la tregua che -si spera presto- la pandemia potrà offrire.
Sciorinando qualche numero a mò di esempio: in un girone da 16 squadre si giocherebbero complessivamente 240 partite di regular season. 30 settimane di calcio. Dividendo in 2 il girone si avrebbero 56 partite: 4 partite a miniraggruppamento per 7 settimane, ben 23 in meno. Da lì, senza meno, si potrebbero poi stabilire le migliori 2 squadre per ogni raggruppamento, per darsi la battaglia finale per vincere il torneo e salire di categoria. Stesso discorso valga per i playout, certo.
Il ventaglio di ipotesi, per questa opzione dei minigironi, può sicuramente spaziare dalla gara secca in campo neutro, al doppio confronto andata/ritorno: soprattutto quest’ultima accezione può essere equa per decidere, con un numero di partite già drasticamente ridotto da questa formula, le retrocessioni senza al contempo penalizzare troppo chi ha fallito una prima chance e possa ugualmente, con la partita di ritorno, salvarsi dalla discesa alla serie inferiore.

Valerio Campagnoli