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La passione e il talento non hanno età, hanno solo qualche capello bianco

by Gabriele Cascella

Cristiano Cecchini ha 39 anni e non vuole smettere di fare gol.

Il talento

Entra, corre e rincorre e alla fine segna. No, non stiamo parlando di un giovane attaccante che deve mettersi in mostra e dimostrare di valere, ma di un classe ’82 dall’invidiabile carriera calcistica. Lui è Cristiano Cecchini e dalla polverosa prima categoria alla luminosa  serie D ha sempre fatto quello che gli riesce meglio: fare gol. Perché quando senti la porta la carta d’identità è solo un pezzo di carta da lasciare nello spogliatoio. “ Ho girato parecchio, ho avuto la possibilità di giocare in campi importanti e  giocare in Serie D è stata un’ esperienza straordinaria”.

La passione

L’aperitivo o la passeggiata domenicale è appuntamento irrinunciabile per molti ma non per tutti, sicuramente non per Cristiano che da vent’anni le sue domeniche le passa con il numero 9 sulle spalle e anche quest’ anno al litorale preferisce il “Tancredi Berenghi” di Vicovaro. Cecchini, nella squadra di mister Lillo, svolge la doppia funzione di centravanti ( 9 gol in campionato) e uomo chiave nello spogliatoio. I giovani, del microcosmo Vicovaro, hanno l’opportunità di avere un fondamentale modello da seguire: un ragazzo di 39 anni che ha ancora la stessa passione e voglia di allenarsi, giocare e vincere. “ Per me giocare a calcio è qualcosa che mi parte da dentro, non mi pesa affatto, perché se arrivi a 39 anni e giochi con la voglia di un ragazzino vuol dire che c’è tanta  passione”. Per Cristiano il calcio è un irrefrenabile stimolo interiore, un richiamo dal quale non può e non vuole sottrarsi “ Ogni singolo allenamento, ogni singola partita: quando senti ancora l’adrenalina vuol dire che non è ancora il momento di lasciare”. Il litorale, al tramonto, è stupendo e lo Spritz è buonissimo ma la domenica non si trova mai parcheggio ed è pieno di gente, meglio allacciarsi le scarpette, lasciare la carta d’identità chiusa nello spogliatoio e fare gol.

 

di Gabriele Cascella.