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LA ROMA SI ARRENDE AL SIVIGLIA AI CALCI DI RIGORE: ADDIO EUROPA LEAGUE

by Gian Marco Martucci

Sfuma ai calci di rigore il sogno giallorosso di alzare la seconda coppa europea in due anni.

Ancora loro, i maledetti rigori, come contro il Liverpool nel maggio del 1984, all’Olimpico, anche se all’ora si trattava della Coppa dei Campioni. E pure, anche questa volta, dagli undici metri per la Roma, in un certo senso, è ancora la Champions a volare via, perché alla Puskas Arena di Budapest i giallorossi sprecano e perdono non solo l’opportunità di vincere l’Europa League ma anche la chance di qualificarsi da testa di serie alla prossima edizione della Champions League. Dunque, la doppia beffa moltiplica e inasprisce amarezza e rimpianti. La banda di Mourinho è andata in vantaggio, nel primo tempo, con la rete di Paulo Dybala; poi, è stata raggiunta, nella ripresa, dallo sfortunato autogol di Gianluca Mancini, che ai rigori ha anche commesso uno dei due errori decisivi; l’altro è stato di Roger Ibanez. Nella sfida dagli undici metri il gol decisivo porta la firma di Gonzalo Montiel (lo stesso giocatore che, a dicembre, aveva tirato e segnato il rigore decisivo nella finale dei Mondiali tra Argentina e Francia). Per la Roma è la sua seconda finale di Europa League, dopo quella giocata contro l’Inter, quando il torneo si chiamava ancora Coppa Uefa; entrambe perse. È la prima finale non portata a casa dallo Special One, dopo averne vinte 5 su 5. Per il Siviglia, invece, è la settima vittoria in altrettante finali di Europa League, disputate dal 2006 ad oggi. Tanta rabbia e delusione per la Roma; resta, però, la consapevolezza che è iniziata una nuova era, la Roma è tornata ad essere competitiva anche in Europa e le basi per il futuro ci sono, e sono anche promettenti.