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Intervista ad Andrea Musilli

by Gian Marco Martucci

Questa mattina, durante il format Spazio Club, è intervenuto come ospite ai microfoni di cronistasportivo.it Andrea Musilli, perno centrale del Città di Anzio e ultimo di ruolo. Il classe 88’, fresco del campionato vinto lo scorso anno con la Fortitudo Pomezia, sta trascinando, insieme ai suoi storici compagni dell’Atletico Anziolavinio, i biancoblù di mister Marco Di Fazio ai vertici del girone E di Serie B.

È stata una prima parte di stagione emozionante per Musilli e i suoi, e ne abbiamo parlato approfonditamente, facendo anche qualche riferimento alla passata stagione…

 

Ciao Andrea…vorrei partire da una curiosità con te e vorrei che tornassi alle Final Four del 12 giugno… se io ti dicessi a febbraio l’Anzio sarà 2ª in classifica ormai stabile da settimane e si qualificherà alla prossima coppa italia, mi avresti creduto?

“Sicuramente no… anzi ti avrei dato del pazzo! Non eravamo partiti con questi obbiettivi, ma giorno dopo giorno abbiamo costruito questa piccola nuova realtà e ci ritroviamo lì, con il secondo posto in classifica e una qualificazione alla coppa dove ce la giocheremo in casa, e quindi da favoriti, contro l’Atlante Grosseto.”

 

Secondo te cos’è cambiato maggiormente e cosa è rimasto?

“La società ha costruito e sta costruendo tutt’oggi un grande progetto che si evolverà negli anni. Con questo progetto la società ha voluto investire su alcuni giocatori per cercare di mantenere ogni anno la categoria, rendendo forte e conosciuto il nome della società. Questo ha creato tra il mister, lo staff e noi giocatori di zona una grossa empatia e un grande gruppo, che ci porta a lottare ogni sabato fianco a fianco e non mollare mai.”

 

Parlando di quello che è cambiato oggettivamente, 2 nuovi innesti nel mercato che si è appena chiuso, Roberto Cioli e lo spagnolo Javi Pérez, come li hai torvati?… e poi ovviamente Rago e Radaelli, i due sudamericani arrivati quest’estate, che si sono ambientati subito alla grande nel gruppo, anzi sembrano già due portodanzesi, dimmi se sbaglio?

“No, anzi, su questo ti do nettamente ragione. Guarda ti informo subito che Javi Pérez purtroppo per problemi ci ha lasciato e non fa parte più del nostro gruppo. Lo abbiamo conosciuto in poco tempo, un bravo ragazzo che però per esigenze ci ha lasciato… Parto da Radaelli e Rago perché sono arrivati questa estate. Ti dico che sotto al livello umano sono stati ragazzi eccezionali, si sono integrati benissimo al gruppo, sono ragazzi alla mano, tranquilli, e hanno capito subito la realtà, non imponendosi come giocatori di categoria su ragazzi che venivano dal regionale. Si sono integrati… poi a livello qualitativo sono indiscutibili e alzano tanto il livello della squadra, infatti, in questa prima metà di stagione, sia Rago con i gol che Radaelli con l’intensità nelle due fasi ci hanno dato una grandissima mano. Infatti quando manca uno dei due la squadra ne risente. L’ultimo ad arrivare, Roberto Cioli, io lo conoscevo sul campo, avendolo affrontato. Il mister lo conosceva tanto, ed infatti è lui che l’ha voluto perché conosceva il suo gioco e sapeva quello che poteva dare. Si è integrato benissimo dal primo giorno, un ragazzo…come noi insomma di quartiere, alla mano che non molla mai, è bravo, scherza, ride, lo abbiamo accolto volentieri e ci sta dando una grande mano.”

 

Cosa significa per te il calcio a 5 e quanto ti rende orgoglioso insegnarlo ai bambini?

“È un esperienza che io cercavo già da qualche anno…quest’anno c’è stata l’opportunità ed io l’ho accettata volentieri. Ti dico è una gioia che se non la provi non puoi spiegarla e non puoi percepirla. È una cosa bellissima perché vedi dei ragazzi affascinati da quello che dici e ti ascoltano, cercano di imparare, e già questo a livello personale ti da tante emozioni. Come dicevi tu Rago e Radaelli hanno intrapreso questo cammino con me: a volte ci alleniamo insieme, ed oltre ad imparare tanto ci facciamo anche tante risate…i bambini sono così spontanei che a volte ti levano quel sorriso dalla bocca. Inoltre il calcio a cinque per me, adesso come adesso, è il fulcro principale della mia vita ed è quella cosa a cui dedico tanto e voglio tanto, quindi mi piace poter trasmettere questa voglia ai bambini e imparargli tutto quello che ho imparato io negli anni.”

 

Ok adesso passiamo al momento attuale della squadra, e parliamo di sabato… ti chiedo qual’è stata la differenza sostanziale tra il 1º e il 2º tempo che vi ha permesso vincere e se con questa vittoria avete archiviato definitivamente la sconfitta beffarda con lo Sporting Hornets?

“Conoscevamo loro, sapevamo che erano una squadra molto qualitativa e organizzata, infatti nei primi minuti è stata una partita tosta come ce l’aspettavamo in cui ci hanno affrontato a viso aperto. Secondo me il nostro coraggio e la nostra determinazione alla lunga hanno fatto da padrone. Siamo ritornati in campo nel secondo tempo e abbiamo subito recuperato lo svantaggio, quindi ci siamo caricati sapendo che potevamo benissimo portarcela a casa, grazie anche alle molte rotazioni a disposizione. Devo dire che abbiamo un gruppo in cui chiunque entra fa il suo, ci mette l’anima e se c’è chi non arriva con le qualità ci arriva con il cuore, con la grinta. Questo alla lunga ci ha fatto vincere. Loro venivano da un periodo in cui non si sono allenati per problemi, noi invece lo abbiamo fatto costantemente e l’abbiamo portata a casa.”

 

Tra l’altro non è la prima volta in questa stagione che entrate nel secondo tempo con un’altra intensità…è quello che vi chiede il mister?

“Si, lui lavora tanto sulla testa dei giocatori. A volte, come è capitato, quando nel primo tempo non percepiamo bene la pericolosità dell’avversario, durante l’intervallo ci parla molto e ci scuote, noi ci guardiamo l’uno con l’altro e capiamo che se vogliamo vincere determinate partite dobbiamo mettere di più  e avere molta più determinazione dell’avversario. Questo ci ha permesso di portare a casa dei punti importanti durante la stagione.

 

Il 5 febbraio inizia finalmente la tanto attesa Coppa Italia e, ironia della sorte, ci sarà la terza sfida stagionale tra voi e l’Atlante, ti aspetti una partita simile oppure potrebbe cambiare qualcosa?

“Mi aspetto sempre una partita simile…perché anche all’andata abbiamo vinto a diciotto secondi dalla fine ed è stata una battaglia. Mi aspetto un’altrettanta battaglia e non nego che ho subito pensato al peggio, perché, essendo una partita secca e avendo già vinto i precedenti due scontri, uno si aspetta che prima o poi dovranno vincere anche loro, no? (ride) Cercheremo di non far capitare questo e di passare il turno combattendo come abbiaml sempre fatto, e come abbiamo fatto sabato scorso, sperando di portare a casa la vittoria.”

 

Domani match in programma al Centro Sportivo Santa Barbara contro la Real Terracina… è una partita importante per rimanere attaccati agli Hornets, serve ritrovare la vittoria davanti al vostro pubblico e soprattutto non è mai una partita banale per te e alcuni tuoi compagni… poterebbe essere un riscatto personale per voi battere il Terracina davanti al vostro pubblico, e come la state preparando?

“Devo dire che ogni volta che affrontiamo il Terracina, dopo quella finale perda, rimane sempre quel ricordo non gradevole, però tra di noi ci facciamo forza. Sono anni ormai che va avanti questa battaglia, anche in C2 e C1, è una squadra ostica che sotto il livello mentale invidio sempre perché hanno un gruppo talmente forte e unico che gli permette di tirare fuori il meglio nei momenti di difficoltà. Io e tanti ragazzi che hai citato lavoriamo partita dopo partita per migliorarci e di portarci sempre avanti un ricordo positivo rispetto a quello. Oggi l’abbiamo preparata sotto tanti aspetti. Li abbiamo cercati di schermare e spero che porteremo a casa la vittoria come lo spera tutta la società. Con i ragazzi del Terracina ormai c’è tanta amicizia, e sempre quello spirito battagliero che ci ha portato ad affrontarci in questi anni sui campi. Il mister è carico, vediamo cosa succede oggi.”