Argentina-Arabia Saudita
- by Dario Leo
Inizia l’ultima danza del Diez. Per sua stessa ammissione questo sarà l’ultima mondiale di Leo Messi, che guida la sua Argentina alla caccia di un trionfo mondiale che manca da trentasei anni. Di fronte la partita teoricamente più facile del girone contro l’Arabia Saudita.
Inizio folgorante dei sudamericani che creano diverse occasioni e vanno in vantaggio. Messi realizza dal dischetto su rigore concesso per trattenuta in area ai danni di Paredes. Il resto del primo tempo vedrà i giocatori argentini cadere più volte nella trappola del fuorigioco architettata in maniera estremamente precisa, cosa che porta all’annullamento di ben tre gol.
Dopo un primo tempo così l’Argentina scende in campo con la netta convinzione di potersi mangiare gli avversari o al più di gestire il vantaggio. Ed invece dagli spogliatoi esce un’Arabia Saudita furente. Senza nemmeno rendersene conto l’Albiceleste dopo sette minuti si ritrova sotto nel punteggio grazie al gol di Al Shehri ed alla magia di Al Dossari. Da qui inizia un lungo assedio argentino alla muraglia araba, ma la formazione di Scaloni ha una manovra lenta e prevedibile, e quando riesce a sfondare trova un Al-Owais in giornata di grazia. Paura nel finale per Al Sharhani, colpito da una ginocchiata del proprio portiere in uscita e rimasto svenuto per qualche minuto. Per lui ricovero in ospedale con diverse fratture facciali ed un’emorragia al pancreas.
Vittoria storica per l’Arabia Saudita che addirittura spinge il governo ad indire un giorno di festa nazionale. Per l’Argentina esordio amaro, ma grazie al pareggio nel pomeriggio tra Messico e Polonia la strada verso gli ottavi non si è fatta così tortuosa.
Dario Leo