Roma-Lazio
- by Dario Leo
È la regina di tutte le partite. L’eterna sfida tra Roma e Lazio si rinnova sul terreno dell’Olimpico, Mourinho contro Sarri, Abraham contro Immobile, Pellegrini contro Milinkovic. È la partita dei duelli, duello che stanno vivendo le due squadre anche in classifica tra sorpassi e controsorpassi.
Mou conferma Zalewski sula fascia sinistra, si rivelerà una scelta azzeccatissima in tutte e due le fasi, offensiva ma soprattutto difensiva. La Roma si porta avanti dopo nemmeno un minuto. Abraham è al posto giusto al momento giusto sull’angolo di Pellegrini che si schianta sulla traversa. La reazione della Lazio non esiste. In campo nel primo tempo c’è una sola squadra, una sola che vince i duelli, una sola che sovrasta l’altra dal punto di vista dell’intensità e della costruzione. Abraham è in giornata di grazia e gira in porta un perfetto cross di Rick Karsdorp, gol tutt’altro che semplice e due a zero Roma. La seconda segnatura ha l’effetto di stordire ulteriormente la formazione bianco celeste. Al tramonto del primo tempo Pellegrini regala all’Olimpico una magia destinata a rimanere nella storia di questa partita: da oltre venticinque metri pesca la ragnatela sull’incrocio dei pali e chiude un primo tempo trionfale per la gente romanista.
Nel secondo tempo accade poco o nulla. La banda Mourinho si limita a controllare il punteggio, Abraham potrebbe fare tripletta ma spedisce fuori dopo un controllo sontuoso. La Lazio prova a girare l’inerzia con i cambi ma ottiene il solo effetto di sbattere sul granitico muro difensivo giallorosso. Si arriva al triplice fischio senza particolari sussulti.
Vittoria netta e senza appello della Roma che conferma i buoni progressi mostrati in campionato e in coppa e regala al proprio pubblico, anche oggi presente al massimo della capienza consentita, una gioia immensa. C’è stupore invece in casa Lazio per la prova ampiamente insufficiente fornita dalla squadra allenata da Sarri.
Dario Leo