L'Estate dei parametri zero
- by Dario Leo
Nel calcio dove i grandi botti di mercato hanno raggiunto cifre astronomiche, dove sceicchi e fondi di investimento sportivo hanno riformulato la stessa intrinseca concezioni del valore di un calciatore, c’è una grande fetta di “ribelli”, o molto più umanamente, la maggior parte delle squadre, anche di alto livello, stanno cambiando strategia. Il traumatico crollo dei ricavi post pandemia ha semplicemente accelerato un percorso avviato già da anni, di impoverimento generale del sistema calcio. I grandi club sono delle aziende che producono perdite, che provano a tenere il passo delle grandi proprietà aumentando a dismisura costi non coperti da ricavi. A poco hanno funzionato provvedimenti delle amministrazioni del calcio, tra cui l’ormai celebre Fair Play finanziario.
Ed ecco che quindi che si può ricercare da queste premesse, la spiegazione del fenomeno che si analizza in questo articolo. Fino ad una decina di anni fa il mercato dei parametri zero era la salvezza di squadre di piccolo medio livello, e l’occasione per le grandi di completare la propria rosa con giocatori in ruoli scoperti. Era raro, forse rarissimo, assistere al caso di giocatori top che arrivavano alla fine del proprio contratto.
Il confronto con quella realtà e quella di oggi suggerirebbe un lasso di tempo ben più lungo. Pensate che reazioni avrebbe potuto scaturire negli addetti ai lavori di dieci anni fa un movimento di grandi giocatori trasferiti a parametro zero come questa estate. Sarebbero bastati Dybala e Di Maria, accasatisi il primo alla Roma, il secondo alla Juventus, proprio al posto della Joya, a far parlare di “Estate dei parametri zero”, e non dimentichiamo il colpo Matic, accasatosi alla corte di Mourinho già a giugno. Roma e Juventus non si sono però fermate così, e nella pazza estate degli svincolati, hanno portato nella capitale e a Torino altri due grandissimi campioni di livello internazionale, entrambi nella zona mediana del campo: Wijnaldum e Pogba.
L’impressione è che il ricorso a questa formula di trasferimento diventerà predominante nel calcio professionistico, permettendo alle società di contenere la voce dei costi sul bilancio, ed ai giocatori di staccare contratti più vantaggiosi economicamente. Non è più utopico immaginare un futuro sullo stile dell’NBA, con giocatori free agent e pronti a trasferirsi dove possono ottenere il contratto più vantaggioso.
Dario Leo.