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Atletico Grande Impero-San Sebastiano Ussana

by Dario Leo

Tempo di playoff per l’Atletico Grande Impero che inizia il suo lungo e tortuoso viaggio verso la divisione nazionale. Dopo aver dominato il primo giro di partite con le avversarie del suo girone, il sogno del Grande Impero passa attraverso la fase nazionale. L’avversario di giornata, il San Sebastiano Ussana, viene dalla lontana Sardegna, terra di grande tradizione di futsal.

Nonostante l’importanza del match la squadra di casa non sembra minimamente pagare la pressione, anche grazie ad alcuni elementi di grande esperienza che affiancano giovani e giovanissimi. E parlando di esperienza, la partita la sblocca una legenda vivente di questo sport, Andrea Rubei, classe 1966. Il San Sebastiano Ussana accusa il colpo, Giorgi raddoppia in tap-in e poi lui stesso, ed i suoi compagni, iniziano a sprecare occasioni in serie. Il gap di soli due gol, per gli ospiti all’intervallo, è un affare.

Non cambia il copione nella ripresa. Giorgi si mangia il secondo gol a porta vuota della giornata, ma un minuto dopo regala al Pala To Live una perla al volo da fuori aria, che va ad incastonarsi nell’angolino. Potrebbe essere il gol più bello di giornata, ma Di Pascasio decide di infilare il portiere avversario dopo aver saltato in dribbling praticamente tutta la formazione avversaria. Dopo la quarta marcatura dei padroni di casa, gli ospiti hanno un sussulto che porta al gol dell’altro veterano in campo Ledda, e ad alcuni minuti di dominio del gioco. Non arriveranno altri gol per la formazione sarda, che nel finale incassa anche il quinto gol realizzato da Zito.

Nel complesso l’Atletico Grande Impero ha meritato la vittoria con un passivo di quattro reti. Si è dimostrata più squadra, più avanti atleticamente e con una superiore qualità nel gioco. L’errore più grande sarebbe però sottovalutare questo San Sebastiano Ussana, che ha dimostrato di poter esprimere sprazzi di grande intensità offensiva, e nella gara di ritorno avrà dalla sua il pubblico e il non doversi sobbarcare un viaggio così lungo.

 

Dario Leo