È successo di nuovo, e stavolta in maniera forse più grave e rumorosa delle altre. La Juventus è fuori dalla Champions League dopo gli ottavi di finale, per la terza stagione di fila. Dopo Lione e Porto, stavolta è il Villarreal di Emery ad eliminare i bianconeri dalla principale competizione continentale per club.

L’eliminazione arriva dopo una sconfitta pesantissima arrivata all’Allianz, il “sottomarino giallo” trionfa 3-0 e spedisce a casa Allegri e i suoi. Dopo l’1-1 del Estadio della Ceramica tutto lasciava pensare ad una Juve favorita nella gara di ritorno, avendo evitato la sconfitta in terra spagnola e, di conseguenza, l’obbligo di rimonta. In seguito ad un buon primo tempo, la Juventus si spegne man mano che i minuti trascorrono, abbassando il ritmo della partita. Il Villarreal trova il vantaggio al minuto 78’, dopo un calcio di rigore concesso per un fallo ingenuo di Rugani. Dopo il vantaggio iberico ai bianconeri manca la reazione, e anziché la ricerca del pari che avrebbe portato ai supplementari c’è il crollo. Al minuto 85 Pau Torres fa 2-0, e nel recupero altro rigore per i gialli: fallo di mano di De Ligt, 3-0 con la firma di Danjuma.

Un risultato inaccettabile, una tendenza in Champions da far rabbrividire. Allegri doveva riportare la Juve ad alti livelli, soprattutto in Europa, dove prima Sarri poi Allegri si erano fatti eliminare proprio agli ottavi da due squadre sulla carta inferiori come Porto e Lione. Ma così non è stato, e ora si apre il capitolo delle riflessioni in casa bianconera, tutti sul banco degli imputati. In primis la società, che negli anni ha dilapidato un patrimonio tecnico da 9 scudetti e due finali di Champions, oltre a Coppe Italia e Supercoppe.