Da Giulianova a Pineto: il classe 2004 Davide Traini racconta l’attuale momento della sua squadra dopo la sfida ad alta classifica contro il Trastevere.

Carpe diem

Davide Traini, dopo aver disputato tutta la trafila nel settore giovanile del Giulianova, esordendo anche con la prima squadra, ha deciso di sposare il progetto Pineto, lasciando una società che lo ha coccolato e lo ha fatto maturare come calciatore: “È stata una decisione difficile però allo stesso tempo è stata una scelta che doveva essere fatta. Ad oggi sono contento di essermi trasferito a Pineto perché i risultati ci premiano, mi trovo benissimo e l’ambiente è sereno, una serenità che è difficile da provare in altre piazze”.

Come una finale

Il classe 2004 del Pineto racconta ai nostri microfoni lo stato d’animo attuale del Pineto dopo la vittoria nell’ultima sfida di campionato contro il Trastevere: “Andiamo in allenamento con il sorriso sapendo che non bisogna allentare la tensione. Dobbiamo giocare ogni partita come se fosse la prima, come se fosse una finale”.

Fiducia

Spesso si dice che la forza di una squadra è il gruppo ,ma Davide ha voluto sottolineare la parola fiducia che riesce a trasmettergli mister Amaolo, lo staff, i compagni e tutti coloro che lavorano per il Pineto: “Secondo me la fiducia è fondamentale all’interno di un gruppo: ti permette di giocare più sciolto e fare una determinata giocata che in altre situazioni non faresti. Magari è proprio quella giocata che ti fa vincere la partita”.

Una squadra che sorride

Una squadra che sta assimilando sempre di più le idee del proprio allenatore e i giocatori che sanno qual è il loro compito affinché Pineto possa portare a casa la vittoria: “Siamo consapevoli che il risultato è figlio della prestazione. Il calcio è bello perché è imprevedibile e quindi non sai cosà potrà mai succedere, ma anche dal giorno in cui dovesse arrivare la prestazione e non il risultato, noi entreremo nello spogliatoio sapendo di aver fatto quello che dovevamo fare e che domenica prossima avremo l’opportunità di riscattarci”.

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