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by Realdo Amadio

Belardelli-Torrino: capitolo II. Il terzino amaranto ripercorre le esperienze passate ed il ritorno nella squadra che dipinse la sua infanzia.

La compattezza del gruppo dopo la retrocessione

Andrea Belardelli è soddisfatto dall’avvio stagionale nel girone E, raggruppamento competitivo in cui molti club puntano alla promozione: “Nelle prime cinque gare abbiamo giocato da squadra, in particolare nella partita di Cecchina”. Una vittoria in trasferta in inferiorità numerica nella quale è stata fondamentale l’unità del gruppo: “Il nostro è un gruppo forte, ci conosciamo dallo scorso anno e abbiamo avuto innesti importanti come Procopio, Ciorciolini e Salzano”. 

L’Eur Torrino viene da una retrocessione dalla Promozione, un evento che ha scosso l’ambiente: “Abbiamo trasformato la delusione in rabbia, l’errore non è stato perdere al playout con l’Ostiantica, ma arrivare a disputarlo. Personalmente – aggiunge Belardelli – ho avuto il rammarico di non poter giocare per due mesi a causa di un infortunio”.

L’importanza dei calci piazzati

Nelle ultime due giornate il Torrino ha creato molto, pur segnando soltanto tre reti. Secondo Belardelli è mancata un po' di cattiveria sotto porta. Tra gli aspetti positivi, ci sono invece il reparto difensivo e i calci piazzati: “Vogliamo sfruttare ogni calcio piazzato, ci sono calciatori bravissimi a batterli”.
Dopo il pareggio interno con il Città di Pomezia alla quarta giornata, gli amaranto torneranno tra le mura amiche in occasione del match di domenica 27 novembre, quando al Melli è atteso il Lanuvio Campoleone: “Dobbiamo sfruttare le partite in casa perché è complicato andare a giocare fuori”.

Dalla Serie C al ritorno a ‘casa’, il percorso di Andrea Belardelli

Belardelli è cresciuto calcisticamente nell’Ostiamare, passando dagli allievi alla Serie D. Un passo cruciale per la sua carriera: “I due anni in D ad Ostia sono stati importanti, a 17 anni mi trovavo assieme a ragazzi più grandi di me che hanno giocato ad alti livelli.”
Dopo il biennio sul lungomare romano è andato all’Arzachena, dove ha esordito in Serie C un’esperienza finita male: “Alla fine del primo anno la società è fallita e sono rimasto senza squadra per sei mesi”.
Infine, nell’estate 2021 il ritorno a ‘casa’, nella squadra del suo quartiere e nella quale ha tirato i primi calci da bambino: “Sogno di far crescere il Torrino il più possibile, da qui a tre anni vorrei andare in Eccellenza”.

 

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