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by Nicolò Piemontesi

Cosa si cela dietro uno dei compiti più famosi nel calcio, il direttore sportivo? Lauri è qui per raccontarcelo

Ingresso per vie traverse 
A differenza della maggior parte dei facenti parte del mondo calcistico, Lorenzo Lauri non ha mai calcato un campo di calcio prima di svolgere l’incarico di direttore sportivo. Un passato comunque da grandissimo appassionato di calcio, gli inizi come cronista sportivo seguendo le squadre del suo paese e commentando le loro gare in eccellenza, poi la decisione di fondare un club di terza categoria con gli amici, e alla fine la scelta di buttarsi nell’incarico di direttore sportivoDopo tanti anni di professione l’arrivo al Vicovaro, società che da subito lo ha accolto al meglio, mettendosi a disposizione e cercando di collaborare il più possibile per costruire una squadra forte e competitiva: “Disponibilità mista ad intelligenza e quoziente tecnico, questi sono i due aspetti su cui punto moltissimo nella scelta dei giocatori per il Vicovaro. È impossibile avere 22 ragazzi dal quoziente tecnico elevatissimo, per questo punto molto sull’intelligenza e il saper stare in gruppo, solo così si può creare un gruppo sereno e coeso”. L’unico, piccolo, rammarico di Lauri quest’anno è stata la cessione prematura di Franchitti al Giulianova, rivelatosi poi un ottimo marcatore in promozione; nonostante questo si ritiene soddisfatto della squadra costruita e i risultati sul campo sembrano dargli ragione.

La scelta del profilo giusto
“Tra un giocatore giovane da poter sviluppare e uno più esperto con tanti anni di attività in promozione, sceglierò sempre il primo. Mi piace andare in cerca di outsider, come fossi un cercatore di tesori, con la speranza che possano esplodere ed entrare nel calcio professionistico”. L’assenza di un vero e proprio settore giovanile rende difficile la creazione casalinga di talenti, ma questo problema non ferma Lorenzo dalla ricerca continua di potenziali stelle da far esplodere. Tra le sue soddisfazioni più grandi ricorda alcuni nomi che, scelti proprio da lui, hanno debuttato nel calcio professionistico o sono arrivati fino in Serie D rimanendoci per molteplici stagioni. I giocatori esperti e di categoria sono importanti nell’equilibrio della squadra, ma hanno anche il rischio di non avere poi quel cambio di mentalità, nel passaggio a un livello superiore, cosa invece sviluppabile in un profilo più giovane e malleabile.

Gli ultimi due passi-
La classifica parla chiaro, a due giornate dal termine del campionato il Vicovaro è in seconda posizione a un solo punto dalla vetta del girone di Promozione. L’obiettivo è inutile accennarlo, anche se per scaramanzia si tende a non dire niente in casa arancio verde. Una stagione più che positiva quella che va verso la conclusione, tanti momenti da annoverare e ricordare, uno tra tutti: le 14 vittorie di fila inanellate e i pochi momenti di crisi, che hanno permesso al clima dello spogliatoio di rimanere sempre sereno. Domenica li attende una sfida importante, fuori casa contro il Città di Valmontone, squadra che occupa la settima posizione ma che sicurante vorrà farsi valere e dare buona prova della sua forza. Sarà fondamentale non sbagliare l’approccio e non considerarsi già arrivati, perdere punti potrebbe essere fatale, ma nella peggiore delle ipotesi il Vicovaro sarà comunque al migliore delle seconde.

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