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by Nicolò Piemontesi

Guantoni da calcio a 11, da calcio a 5 e a mani nude: Simone Ambrogi ha provato di tutto e ce lo racconta

8, 18, 38 l’infinito nel calcio
“A 8 anni ho iniziato a calcare i primi campi a 11, a 18 sono passato al calcio a 5, ora a 38 vivo la realtà della Mirafin nel campionato nazionale di Serie A2. Ringrazio ancora adesso il mio migliore amico per avermi avvicinato allo sport che mi ha accompagnato per tutta la vita.” Un passato da nuotatore, poi la ricerca di una nuova sfida, spinto soprattutto dai suoi amici. Di qui, l’inizio di una storia d’amore che dura ancora dopo 30 anniIl passaggio al futsal è avvenuto in modo molto simile a quello dal nuoto al calcio, anche in questo  caso fondamentale l’apporto del suo migliore amico: “Dopo il mancato trasferimento al Castel di Sangro mi sono sentito abbattuto, talmente tanto da voler addirittura smettere di giocare a calcio. Fortunatamente il mio amico non me l’ha permesso ed eccomi qui ancora in campo”.

Last Man Standing
30 lunghi anni di carriera, tutti vissuti, come direbbero in America, da Ultimo Uomo in piedi, l’ultimo baluardo prima del gol: “Ho avuto la fortuna di fare esperienza, vivendo tra i pali sia del calcio che del futsal. Sono felice in primis di poter mettere in pratica le cose che ho imparato negli anni, e poi di avere la possibilità di trasmettere le stesse cose ai ragazzi più giovani per aiutarli nella crescita”. Uno dei punti su cui ci soffermiamo con Simone è la differenza nel tipo di parate tra calcio e futsal: se con la porta piccola vengono predilette le parate a croce o in spaccata, diversamente quelle più plastiche o, come si suol dire, in tuffo per i fotografi vanno assolutamente evitate. Tra i pali, bisogna saper prendere posizione: il fatto che la porta sia più piccola non vuol dire che sia difendibile più facilmente. Infine la scelta dei guanti, decidere se sacrificare qualcosa in parata e guadagnare nel controllo del pallone e nella precisione, adottando quindi uno stile a mani nude; oppure avvantaggiare le respinte e diminuire il rischio di infortuni mediante l’utilizzo di guanti.

Sprint finale
“Sono le ultime due partite del campionato, purtroppo la stagione non è andata come speravamo, ora però dobbiamo mettercela tutta per rialzarci e puntare a evitare la retrocessione diretta entrando in zona playout”. Una sfida importantissima attende i giocatori della Mirafin, talmente importante che anche Ambrogi, nonostante sia infortunato a una mano, scenderà in campo: una fasciatura al mignolo, dolorante per le tante parate a mani nude, e la porta avrà come sempre il suo guardiano. Un periodo tutt’altro positivo per la squadra di A2 che non trova i 3 punti ormai dall’8 febbraio e si posiziona attualmente al 12esimo posto in campionato a 8 punti. Matematicamente la salvezza è irraggiungibile, ma la zona playout no. Per arrivarci bisogna prima passare dalla sfida di sabato 30 aprile contro Italpol, necessaria la vittoria. 

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