- by MassimilianoLergetporer
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in L’intervista
Leonardo Rosetti: "Trastevere? Siamo un gruppo di amici che ha deciso di mettersi in gioco"
Gli inizi della carriera
La storia calcistica di Leonardo Rossetti inizia e si interrompe con il calcio a 11, per la passione scoperta verso il mondo del calcio a 5: “Ho iniziato a giocare a calcio a 11 a 16-17 anni. Successivamente, più per svago, partecipai a dei provini con l’Aurelia 2004 e mi appassionai subito a questo sport. È una disciplina che richiede in primis testa e concentrazione. È stato amore a prima vista”.
Conosci il futsal?
Il giocatore del Trastevere svela ai ragazzi che non conoscono il futsal il segreto per inserirsi fin da subito nelle meccaniche di questo gioco: “Bisogna provarlo e non partire prevenuti. Il bello di questo sport è che ci sono poche pause, dunque, devi essere lucido nel fare la scelta giusta nel giro di poco tempo. Chi riesce ad acquisire una posizione in campo è molto avvantaggiato. Questo mix di tattica e geometrie mi ha appassionato fin da subito”.
Difesa e cooperazione
Leonardo è affine alla difesa senza dubbio alcuno, con la consapevolezza di saper prendere le proprie decisioni per il bene della squadra: “Sono un ultimo. La mia caratteristica principale è difendere la porta. Mi piacerebbe vincere le partite 1-0 senza mai prendere gol. Al contempo però, bisogna proporre per far segnare. Mi muovo in campo e cerco di aiutare la squadra mettendo a disposizione le mie caratteristiche. Quando capisco che non posso dare più un contributo decisivo, perché bisogna rincorrere la partita, sono il primo ad alzare la mano per sedermi in panchina”.
Trastevere, amore amaranto
Leonardo Rossetti ha affibbiato al Trastevere la peculiarità di società autogestita: ”Siamo un gruppo di amici, che ha deciso di mettersi in gioco. Siamo partiti dalla Serie D, l’abbiamo vinta, e ora eccoci qui in C2". Sebbene sia la prima stagione in categoria per molti giocatori della rosa amaranto, Leonardo Rossetti non sembra meravigliato dall’ottimo campionato che sta svolgendo la sua squadra: “Non siamo sorpresi dell’attuale posizione di classifica perché siamo un grande gruppo, con giocatori validi che hanno diverse qualità. Mi piace sottolineare la parola consapevolezza, perché ci stiamo rendendo conto che possiamo raggiungere i playoff. C’è questo sentimento comune a farci sognare, che salda i piedi a terra e motiva step by step”. La soddisfazione più grande per Leonardo però non è solamente quella di scendere in campo a vincere le partite: “Abbiamo avvicinato tante persone che non erano a conoscenza del calcio a 5. Un nostro compagno viene dalla pallanuoto, altri hanno lasciato il calcio a 11. Non siamo una squadra organizzata con un dirigente sportivo, ma diamo tutto di noi stessi, respirando e investendo nel bene che ci vogliamo l'un l'altro. Questa è la chiave di volta”.
Il sogno
Leonardo non ha ancora intenzione di abbandonare il campo da gioco, anche se con un occhio strizzato inizia a proiettarsi nel futuro: “Voglio continuare a dare tutto quello che ho in campo, pensando un domani di poter allenare. Non vorrei lasciare questo sport: coltivare il contatto con il calcio a 5 è il mio desiderio, potrei farlo partendo dalle giovanili”.
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