- by MassimilianoLergetporer
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in L’intervista
Di Gennaro, la nuova avventura da allenatore? Un riscatto. La soddisfazione più grande? I ragazzi della W3
Un’avventura in più
La carriera da giocatore di Sandro Di Gennaro è dovuta terminare in anticipo a causa di un grave infortunio, ma grazie alla sua forza di volontà e alla sua passione per il calcio, ha saputo trovare gli stimoli giusti per poter ricominciare: “La mia carriera da giocatore è terminata a 24-25 anni a causa di due operazioni alla cartilagine. Inizialmente è stato brutto. Successivamente ho incontrato un amico, che faceva il responsabile della scuola calcio a Trigoria e mi ha dato l’opportunità di indossare nuovamente gli scarpini, anche se in un ruolo diverso. L’occasione di rimettermi in gioco come allenatore mi ha restituito una forte carica”. La prima volta da allenatore non si scorda mai e sicuramente non lo ha dimenticato nemmeno Sandro, che ricorda entusiasta il suo esordio: “È stato incredibile. Ho avuto la possibilità di allenare Enrico Citro, che poi a 12 anni passò alla Roma, per diventare capitano della primavera. Ancora oggi sono agitato quando la domenica c’è la partita. Il calcio mi trasmette ancora grande emozione, come fosse il primo giorno”.
Principi e valori
Prima di essere allenatore, Sandro Di Gennaro si sente un educatore, data la necessità di dispensare consigli ai più giovani, indicando loro quale sia la strada giusta affinché non brucino le proprie qualità: "Chiunque io abbia allenato sa che per me il calcio, che sia a livello giovanile o professionistico, è la stessa cosa. Bisogna avere impegno e coinvolgere il ragazzo: comunicare non in veste di allenatore, ma con l'empatia di un papà. Solo così si stimolano volontà, apprendimento e partecipazione. I giovani devono credere nel proprio futuro".
Il portiere è un giocatore
Sandro, da allenatore, cerca di perseverare su ogni minimo dettaglio, arricchendo la squadra di un’idea precisa e lineare e provando, se richiesto, a cambiare interpretazione durante lo svolgimento della partita: “Ogni settimana preparo un modulo di gioco, in modo che i ragazzi conoscano già i tre-quattro moduli del calcio, per intervenire e rimaneggiare l'andamento del match”. L’attuale allenatore della W3 Maccarese U17 però ha un obiettivo: saper coinvolgere tutti i giocatori in rosa affinché anche i portieri possano migliorare: “Inizio il riscaldamento con il pallone e metto sempre anche i due portieri, perché il palleggio è fondamentale. Se il ragazzo vale 6 a fine stagione, facendo 10 minuti di palleggio guadagna mezzo punto. Sono giocatori come tutti”.
Piccole e grandi Soddisfazioni
Sandro Di Gennaro ricorda entusiasta il suo passato, rimanendo però sempre concentrato sul presente: “Quando ho allenato il gruppo del 1995 al Tre Fontane vincemmo il Paparelli. Negli anni successivi anche le giovanili e infine gli Allievi B. Dopo queste cavalcate incredibili fui invitato al Beppe Viola con lo stesso gruppo. Erano tutte squadre regionali ed elite, mentre noi una provinciale. Eppure riuscimmo comunque a conquistare gli ottavi di finale. Le soddisfazioni calcistiche però non sono solo vittorie e trionfi: la mia è aver preso per mano i ragazzi della W3 Maccarese".
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