- by MassimilianoLergetporer
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in L’intervista
Andrea Mariotti, classe 1976 della Tevere Remo, ricorda con affetto e passione il suo passato, in attesa di conoscere il futuro
Il legame affettivo
Tantissimi sono i ricordi di Andrea Mariotti, che ha avuto il piacere di raccontarci con entusiasmo il suo passato: "Ho giocato a calcio fino a 19 anni, poi ho conosciuto il calcio a 5. Ho avuto la fortuna di avere come allenatore Massimo Ronconi, che ha allenato in serie A, e mi ha fatto innamorare di questo sport. Ormai sono 25 anni che gioco a calcetto”. Cinque sono invece gli anni trascorsi da quando Andrea indossa e difende i colori della Tevere Remo: “Ho trovato una famiglia. I miei primi ricordi, pensando a questa squadra, risalgono ai tornei dei circoli: sono stati momenti molto belli ed emozionanti”. Una società che l'ha fatto crescere e a cui Mariotti sente ora di restituire qualcosa; ripagare la fiducia nutrita nei suoi confronti, sostenendo i ragazzi più giovani: "Cerco di guidare i miei compagni attraverso la mia esperienza e conoscenza. Il dettaglio fa la differenza nel calcio a 5. Il tentativo è fargli capire le situazioni, anche se difficile, perché sono movimenti diversi dal calcio e chi non proviene da questo contesto fatica a mantenere l'attenzione per tutta la gara”.
La forza di ripartire
La carriera di Andrea Mariotti è etichettata dal buon bilancio fra note positive e negative. Quello che non manca mai è l'obiettivo per ritornare a sorridere: “Gli infortuni sono sempre difficili da metabolizzare, mentalmente ti buttano giù, però quando mi sono rotto il tendine, il mio unico pensiero è stato quello di ritornare a giocare. È una cosa che chiedevo in maniera insistente al medico mentre mi visitava. L’obiettivo deve essere sempre quello di tornare in campo, lavorare per recuperare il prima possibile”. La voglia interminabile di dimostrare, di migliorare, contraddistinta dalla sua grandissima dedizione e passione: “Molti amici mi chiedono come mi venga in mente di continuare a giocare alla mia età, ma per me è una passione. Non posso farne a meno”.
Il futuro è in panchina
Andrea non ha la minima intenzione di abbandonare ciò che ama e anche in futuro gli piacerebbe essere chiamato al servizio della squadra: “Il mestiere dell’allenatore è una cosa a cui penso sempre, che mi diverte e piace molto. Durante il periodo dell’infortunio, non potendo giocare, ho avuto la possibilità di allenare la squadra Over 40 durante i tornei estivi e mi sono divertito molto. È una cosa che quando deciderò di appendere le scarpe a chiodo, farò”.
Il presente si chiama Tevere Remo
In questa stagione, la Tevere Remo è una rollercoaster in continua evoluzione. Non riesce però a ottenere una stabilità di risultati: “La vittoria ti da la carica per tornare, nella partita successiva, ancora più determinati. Altre fa credere di aver raggiunto il tuo obiettivo. Bisognerebbe prendere solamente imparare, che sia una partita vinta o persa”. Andrea Mariotti e la Tevere Remo sono convinti che la strada intrapresa sia quella giusta e in vista della partita di venerdì sembrerebbero determinati a migliorare e correggere gli errori commessi all’andata: “L’Atletico Tirrena è una squadra giovane e tecnica, ma all’andata abbiamo perso la partita subendo dei gol ingenui, con maggiore applicazione credo si possa ottenere un buon risultato”.
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