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by Nicolò Piemontesi

La nascita nel calcio a 11, lo sviluppo nel calcio a 5, il presente in panchina. Mirra si racconta e ci guida verso la sfida contro Benevento

Mirra: la mia storia
"Ho iniziato nel settore giovanile e finita la carriera nel calcio a 11 ho affiancato mio padre - presidente della Mirafin - nell’avventura in questa società”. Inizialmente secondo allenatore insieme a Mister Salluzzi, dopo 3 anni la svolta e la guida della panchina di questa prestigiosa squadra. Dal punto di vista del gioco, Mirra ha calcato entrambe le superfici, sia del calcio a 11, con società quali: Roma, Latina, Albalonga; sia del calcio a 5 con l’approdo alla Mirafin, allora in Serie D. Una volta arrivati a livello nazionale e appesi gli scarpini al chiodo, ha dapprima ricoperto un ruolo dirigenziale, per poi cedere al richiamo del campo, ancora vivo e ardente dentro di lui, accomodandosi in panchina: In primis il Calcio a 5 uno deve viverlo, all’inizio lo vedo come uno sport secondario, poterlo vivere direttamente mi ha appassionato in modo strepitoso […] non ti lascia momenti di pausa e può succedere qualsiasi cosa fino all’ultimo secondo” (Clicca qui per ascoltare l'intervista).

Una voglia di giocare che non passa mai
Le emozioni sono le stesse identiche - rispetto a quando giocavo - vissute in modo diverso, verrebbe voglia di mettersi la maglia e aiutare i ragazzi”. Il passaggio da giocatore ad allenatore non è così semplice come sembra, l’impatto iniziale è duro e la voglia di tornare in campo c’è sempre. Dopo un po’ ci si fa l’abitudine e l’obiettivo diventa trasmettere alla squadra le emozioni per farle esprimere da sé.Intelligenza e lettura del gioco” sono fondamentali per un giocatore di calcio a 5, a differenza dell'omonimo a 11 dove i ritmi sono più lenti e ragionati: si svolge tutto nel giro di pochi secondi, prendendo le decisioni giuste in un tempo brevissimo si possono ribaltare le sorti di un match e "non bastano i piedi buoni. Prosegue Mirra: "Il giocatore intelligente sa dove posizionarsi e in che modo”, spazi stretti e piccoli fanno la differenza, soprattutto in fase difensiva, i giocatori devono essere pronti ad affrontare tutto quello che può succedere nel match.

 La Mirafin e il periodo difficile
"Ogni partita è costruttiva, abbiamo avuto risultati inaspettati sia positivi che negativi”. Con 8 punti in 18 partite la Mirafin si trova in un momento di difficoltà nella Serie A2. Ciononostante ci si aspetta un atteggiamento combattivo da parte dei ragazzi, come spesso accade quando si affrontano squadre sulla carta più forti: esce quella marcia in più in grado di ribaltare i pronostici. In un campionato del genere ogni partita è complicata e difficile, ancor di più se gli avversari hanno 39 punti e sono secondi in classifica. La Mirafin ospita il Benevento ritrovando alcuni perni della sua formazione, Paulinho e Marcelo, perdendo però Rengifo, loro miglior marcatore, per somma di ammonizioni. Mister Mirra si augura che i suoi ragazzi possano ripetere la prestazione contro Pomezia anche in questa sfida difficile.

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