Loading color scheme

by Mario Laiosa

Uomo d'ordine dei gialloblu, metronomo del centrocampo. Dagli inizi fino all'approdo all'Arcadia: conosciamo meglio Matteo Grelloni

Esistono calciatori che, pur non militando in squadre di categorie di primissimo piano, sono in grado di deliziare chi li osserva. Lo fanno grazie all'eleganza nelle movenze, al modo in cui conducono la sfera, alle idee geniali che riescono a esprimere in campo, a quello talvolta con cui danno del tu al pallone. A tutte queste caratteristiche risponde il profilo di Matteo Grelloni, 24 anni, regista dell'Arcadia. Grelloni ha parlato ai nostri microfoni del suo percorso nel mondo del calcio, degli idoli che porta nel cuore e di quello che oggi è il suo obiettivo principale: giocare a calcio divertendosi.

Dagli esordi fino alla Serie D
“Come tanti ho iniziato da bambino nei campetti vicino casa. Dopo la trafila nelle scuole calcio, sono passato agli allievi con la Lodigiani. Avendo fatto un anno di buon livello, un allenatore che mi conosceva mi ha voluto subito portare in Eccellenza, alla VIS Artena. Avevo appena 17 anni e ho trovato un ambiente molto stimolante che ha permesso io mi esprimessi al meglio. A quel punto, ho fatto un altro salto e sono approdato in Serie D all'Albalonga. Sono stati quattro mesi formativi, perché ho avuto modo di confrontarmi con calciatori che avevano fatto esperienza anche in categorie superiori. Eppure, vedevo poco il campo: ho deciso di tornare in Eccellenza con Ciampino, Monterotondo e Almas”.

Una scelta di vita
Giunto alle porte del professionismo, Grelloni ha deciso di fare un passo indietro. L'impegno gravoso degli allenamenti e delle partite in trasferta, oltre alle pressioni esercitate dai dirigenti, gli avevano fatto perdere quell'entusiasmo e quella voglia di divertirsi che sono, a suo dire, l'essenza del calcio: “Quando mi congedai dall'Almas, il presidente di allora mi indicò una squadra, il Crystal Pioda - vecchia denominazione dell'attuale Arcadia Calcio - “che era ben conosciuta per essere una grande famiglia”, dice il classe 1997. Prosegue: “A conferma di ciò, il capitano Marco di Renzi mi ricevette con una pacca sulla spalla e mi portò nello spogliatoio. Trovai un'accoglienza calorosa e sincera. Conosco i ragazzi da anni ormai e c'è con tutti un'amicizia vera e profonda. All'Arcadia ho ritrovato la voglia di giocare a calcio per divertirmi, senza troppe pressioni addosso”.

Trarre ispirazione dai campioni
“Il mio ruolo in campo è cambiato nel corso degli anni. Ho giocato molto da interno di centrocampo, poi all'Arcadia sono tornato alle origini, occupando la posizione di mediano basso o regista. Mi piace dettare i tempi del gioco e costruire palla al piede. Mi ispiro a grandi centrocampisti di qualità come Thiago Alcantara, Andrés Iniesta e Toni Kroos. Mi piacciono per la loro eleganza e perché fanno apparire elementari delle giocate che sono in realtà difficilissime”.

 

ARTICOLO DI MARIO LAIOSA

 

Segui la nostra pagina Facebook (clicca qui per accedere), ascolta tutte le interviste di Cronista Sportivo su Spotify e non perdere tutti gli highlights della gara su Live Recap. Vuoi partecipare a Cronista Sportivo e diventare un giornalista? Iscriviti ai nostri corsi, manda la candidatura a info@fanner.it 

Grazie per averci scritto! Sarai contattato al più presto Uno o più dati non sono stati inseriti correttamente! Please enter a correct Captcha answer.