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by Mario Laiosa

Un presidente "atipico" che siede in panchina, senza però interferire mai nelle questioni di campo: ecco Sergio Capoccetti

L'Arcadia Calcio sta vivendo un'ottima annata. La squadra è ormai stabilmente al secondo posto del girone E del campionato di Prima Categoria e continua a stare con il fiato sul collo alla capolista Tor Lupara. Risultati positivi che passano anche da chi guida il club, il presidente Sergio Capoccetti. Una figura capace di fare sentire calore e passione per lo sport ai propri calciatori e collaboratori, con l'intento di puntare tutti insieme a traguardi sempre più ambiziosi.

L'ambiente Arcadia: una grande famiglia
"Io e il mister Andrea Salaris ci conoscevamo già da molto tempo. Ci siamo poi ritrovati insieme alcuni anni fa e il forte legame che ci unisce è sicuramente alla base dell'ambiente che abbiamo creato. Anche molti fra i ragazzi che già prima erano allenati da Salaris, li ho ritrovati poi all'Arcadia. Sono calciatori cresciuti con noi, per questo parlo di ambiente familiare. C'è un'affinità che dura ormai da tanti anni”. Un forte senso di comunità che si esplica talvolta nella presenza del presidente a ogni allenamento e a tutte le partite. Una presenza che però non vuole essere controllo ma soltanto supporto, tanto che Capoccetti si mantiene sempre un passo indietro rispetto alle questioni tattico-tecniche.

Contro ogni difficoltà
Anche l'Arcadia Calcio ha dovuto fare i conti con la pandemia e con quel che ne è derivato. In particolare, lo stop dei campionati e le limitazioni sembrano avere inciso sulla psicologia dei calciatori, come spiega Capoccetti: “In questi ultimi due anni, l'impatto sul mondo del calcio è stato devastante e alcune società non sono riuscite a superare le impreviste difficoltà. A soffrire maggiormente sono stati i ragazzi più piccoli, i settori giovanili, ma anche le società che hanno solo la prima squadra hanno perso per strada alcuni ragazzi. Noi, invece, abbiamo cercato di fare in modo che i nostri giovani non perdessero quella voglia di stare in campo, di giocare con il pallone, di stare insieme. Noi non ci siamo mai fermati, compatibilmente con quello che le disposizioni del governo permettevano”. Capoccetti ci tiene anche a elogiare il modo in cui i suoi calciatori hanno affrontato i mesi più duri: “In quel periodo non avevano sfoghi e l'unico momento di evasione poteva essere solo l'allenamento. Da parte loro non è mai mancato l'impegno anche nel momento più complicato, anche quando gli allenamenti potevano risultare fini a se stessi in quanto poi non si scendeva in campo, e di questo sono molto orgoglioso”.

L'uomo e il presidente
“Tra il Capoccetti presidente e il Capoccetti privato non ci sono grandi differenze. Io ho sempre vissuto nell'ambiente calcistico e quindi in maniera naturale sono riuscito a fare convivere gli impegni della sfera privata e quelli della sfera calcistica. Essere presente agli allenamenti tre volte a settimana, con il freddo invernale, non è facile, ma io lo faccio volentieri e con grande passione. Spero che i ragazzi, vedendomi lì sempre presente e sul pezzo, prendano esempio e traggano fiducia dalla mia vicinanza”.

 

ARTICOLO DI MARIO LAIOSA

 

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