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Da difensore a portiere: il percorso calcistico di Flavio Romoli

by MassimilianoLergetporer

Dopo gli inizi con la Lupa Roma, Flavio Romoli sta proteggendo anche la porta del Mundial: ha raggiunto 10 clean sheet stagionali.

Il nuovo ruolo

C’è chi nasce portiere e chi lo diventa, come Flavio Romoli. Giocatore dell’under 18 del Mundial, dopo un trascorso da difensore gli è stata assegnata la difesa della porta con le mani ed i guantoni, non più con i piedi: “Ho iniziato a fare il difensore centrale, poi un giorno mancava un portiere e mi misi in porta io. Mi diedero questi guanti, vincemmo la partita senza subire gol e feci molte parate. Da lì nacque questo mio nuovo ruolo che tuttora faccio”.

“Ogni gol che si subisce è un errore”

La concentrazione, un aspetto a volte sottovalutato ma che Flavio ritiene fondamentale per poter svolgere al meglio il proprio ruolo: “Quando guardo una partita la prima cosa che mi colpisce di un portiere è la concentrazione che riesce a mantenere per tutti i 90 minuti, perché è importante restare lucidi più degli altri per cercare di non prendere gol, perché ogni gol che si subisce è un errore”.

Adrenalina

Il ruolo del portiere è delicato, anzi, delicatissimo. È il primo giocatore che si ritrova sotto i riflettori quando sbaglia ed è l’ultimo che viene elogiato quando fa bene. Gestire l’aspetto mentale e psicologico diventa così fondamentale. Non bisgona cadere in una fase di frustrazione che potrebbe compromettere uscite a vuoto: “Prima della partita è normale avere un po' di paura, però già dal riscaldamento inizio a concentrarmi sulla partita, su quello che posso fare per ottenere i tre punti, mentre quando l’arbitro fischia cambio completamente personalità; divento un’altra persona e ad ogni minima parata ho un’adrenalina dentro che diventa più difficile per gli altri farmi gol”.

 

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