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Antonio Paternoster: “L’importante in una squadra è rientrare negli spogliatoi e dirsi “Non potevamo fare di più”.

by Gian Marco Martucci

L’attuale allenatore di Sala Consilina racconta ai nostri microfoni gli aneddoti per fare della pallacanestro il proprio mantra dentro e fuori dal campo.

Intorno agli anni 2000, dopo anni di assistant coach la carriera da primo allenatore del nativo di Potenza prende il volo: “Amo allenare i giovani perché si può sempre migliorare a qualsiasi età, la differenza la fa il non sentirsi mai arrivati.” Tra le prime panchine di coach Antonio Paternoster c’è quella di Potenza nel 2009 che però a sorpresa ha un posto tra i suoi ricordi negativi: “il detto Nemo Profeta in patria su di me calza a pennello. Non mi aspettavo un esonero, a maggior ragione dopo aver battuto la capolista Ferentino.” La promozione in serie B nella stagione passata consente alla Diesel Tecnica di giocare il primo campionato nazionale della sua storia da neopromossa: “Credevo in un campionato positivo seppur con una squadra giovanissima.” La serie di spareggi per rimanere in B d’eccellenza persa contro Cassino lascia un pò di rammarico al coach potentino:“Non abbiamo avuto percentuali al tiro che ci consentissero di vincere una serie playoff. Abbiamo però la consapevolezza di essere stati professionisti fino all’ultimo secondo. Se un allenatore o un giocatore sa di aver dato il massimo, non può avere rimpianti. Conoscendo la storia della Luiss, che ha riconfermato l’ossatura della squadra ed ha aggiunto giocatori di categoria superiore ero sicuro che riuscisse ad arrivare tra le prime quattro. Ora mi aspetto di vederla al concentramento nazionale. Roseto la più grande delusione di tutta la serie B. Questo ci dice che non basta spendere tantissimo per pensare di poter vincere.” Un sogno nel cassetto è disputare un campionato come la B d’eccellenza nella città di Potenza: “Il consiglio agli amici potentini è quello di creare un unicuum tra tutte le squadre del capoluogo e non farsi la guerra”.                                                       Gian Marco Martucci

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