Ne ha vissuto i momenti più difficili, ma ora vivono tempi decisamente migliori. Al secondo tentativo De Marco e il Città di Anzio hanno centrato la promozione in Serie A2.

Una finestra sul prossimo anno e la stagione appena trascorsa

La squadra si affaccia alla nuova categoria senza conoscere il nome di chi sarà il condottiero sulla panchina, che diventerà orfana di Marco Di Fazio, con la società che ha già reso nota la separazione. Chi spera di restare è Giovanni De Marco: “Spero di esserci anche il prossimo anno, dipenderà dalla nuova guida tecnica, ma se non sarà così sarò sempre il primo tifoso. Sono stati anni strani ma fantastici, e ancora oggi non mi rendo conto di quello che abbiamo fatto”.  Il Città di Anzio ha trovato la chiave di volta della sua stagione proprio nel cambiamento, dato che alla vigilia di questo splendido campionato c’è stata una rivoluzione, ma non sulla panchina. Per quanto riguarda gli uomini in campo: “La società ha mandato via elementi che erano da anni con noi, ma era un sacrificio che andava fatto per poter fare lo step successivo. Sono arrivati grandi nomi, Araujo su tutti che si sta giocando il titolo di capocannoniere”.

De Marco come giocatore

Decimo anno da calcettista per De Marco, che ha descritto gli anni di avvicinamento al parquet come traumatici: “Il passaggio dal calcio ad 11 al 5 è difficile per tutti, cambia il ritmo, cambia il livello di tattica, la responsabilità, perché se fai un errore ad 11 hai 7-8 compagni che possono riparare”. A livello personale, il campionato passato brilla di più per De Marco, con 10 realizzazioni rispetto alle 2 di questo, ma una volta che si raggiunge un obiettivo di squadra così grande, tutto ciò può passare in secondo piano: “Avendo tanti laterali forti il goal può venire a mancare, ma si può aiutare la squadra a proteggere il pallone su una pressione, oppure aumentare il supporto con gli assist. Dipende dal gioco della squadra”.

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