Il nativo di Luque, piccola cittadina spagnola in provincia di Cordova, racconta i primi passi iberici e la maturità raggiunta nello stivale.

A/R: Italia-Spagna

“Sono arrivato in Italia quasi 10 anni fa. Nel 2014 approdo al Bisceglie, l’anno dopo ritorno in Spagna in serie A2 con il Real Betis. Nuovamente passo in Italia nella stessa serie con il Grosseto per due anni. Ritorno a casa nel Cordova ottenendo una bellissima promozione in Serie A e a fine stagione passo al Genova. La penultima tappa è a Pistoia, 3 anni molto intensi”. Keko si presenta così, il talento spagnolo oggi in forza all’Eur ha viaggiato tanto tra Spagna e Italia. La grande esperienza deriva dalle basi, e l’universale spagnolo lo sa molto bene: “Ho sposato il progetto Eur sia per mettermi a servizio dei compagni, sia per i giovani in campo. In Spagna adesso si vedono i risultati dei settori giovanili di tanti anni fa, l’Italia sta iniziando adesso perché è forzata a farlo. Ci vorrà del tempo, i risultati non saranno immediati”.

All’Eur tra senatori e giovani

“Ero a Pistoia, ma nell’ultimo periodo le cose non sono andate in maniera lineare. L’Eur si è fatto avanti, c’era molto interesse. La società è un mix di giovani ed esperienza, Bacaro è un’istituzione. Sentivo di poter aiutare i ragazzi più giovani in una categoria così perché stavano e stanno vivendo quello che io ho già provato”. È una dichiarazione di passione, interesse e lungimiranza quella di Keko, conscio di essere stato importante nella cavalcata di quest’anno verso la salvezza: “La società voleva questo obiettivo, adesso affronteremo gli ultimi incontri con più serenità”.

Salvezza, cambiamenti, nuova stagione

“Le ultime partite saranno d’aiuto soprattutto ai ragazzi giovani che potranno sperimentare, alzando il livello. C’è la volontà personale e collettiva di fare punti fino al termine della stagione, soprattutto nel prossimo match contro lo Sporting Hornets che verrà trasmesso su Sky. È una vetrina importante”. Sa bene come guardare al futuro l’ex Real Betis, con lo sguardo pronto ai cambiamenti della prossima stagione: “La riforma dell’anno prossimo è volta a valorizzare i giovani italiani, ma la riduzione dei non formati per me è troppo brusca e drastica”.

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