Gabriele Costarelli, mediano classe 2004 dell’Arcadia, è tra i più giovani della rosa. La prima stagione tra i “grandi” è iniziata bene e sta continuando al meglio.

Una vita da mediano

Sarà stato il ruolo delicato del mediano, sempre attento a dividersi nelle due fasi, ad avergli dato il temperamento che serve per imporsi titolare ad una così giovane età. Lui, però, con modestia, spiega: “Il lavoro che faccio e la continuità che ho trovato sono anche dovuti alle caratteristiche dei miei compagni di reparto (Grelloni e Uggeri, ndr), più adatti agli inserimenti”. Questo è sicuro, dato che in campo veste l’8, ma è un vero numero 6: “Sono un giocatore difensivo: non rinuncio ad impostare, ma mi concentro sul lavoro di copertura”.

I sogni di casa Arcadia

È innegabile che alla prima stagione in Promozione per la società il bilancio sorrida: l’Arcadia è equidistante da playoff e playout e veleggia a metà classifica; rimane da capire a quale porto attraccherà a maggio. Gabriele ha la sua idea: “La classifica è molto corta. Io ci vedo più attaccati al treno playoff che a quello playout, ma dobbiamo stare attenti a non sottovalutare nessuno se vogliamo sognare”. Sogni che talvolta possono diventare realtà, e lui ci crede: “Speriamo in una bella sorpresa a fine stagione”.

L’abbondanza di centrocampisti italiani

Perché in Italia, da una decina d’anni, si formano più centrocampisti (Barella, Tonali, Miretti) che attaccanti e difensori? Dato il curriculum, Gabriele è la persona adatta con cui dirimere la questione: “Gli altri ruoli sono più delicati, di solito vengono affidati a giocatori di esperienza, in tutte le categorie”. Questo si collega ad un eccessivo tatticismo degli allenatori, fin dai livelli giovanili: “Purtroppo si cerca il risultato a breve termine e si privilegiano giocatori pronti fisicamente. Non si lavora con il giusto metodo”. Su questo – concordiamo – serve un cambiamento culturale.

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