Matteo Fallucca: "La pallacanestro in Italia? Ancora secondaria"
- by MassimilianoLergetporer
Matteo Fallucca, ha girovagato per l’intero stivale, sognando e concretizzando la passione per la pallacanestro: ora è un professionista.
Un tuffo nel passato
Il giocatore, attualmente della Luiss, ha iniziato il suo percorso nella Stella Azzurra Roma, una delle scuole di basket più prestigiose nel panorama nazionale ed internazionale: “Sono arrivato alla Stella azzurra a 14 anni. Ho giocato in quella società per quattro stagioni, risultate fondamentali perché mi hanno proiettato nel professionismo. La Stella azzurra ad oggi è uno dei migliori settori giovanili in Italia e in Europa, con alle spalle un lavoro che va avanti da tanti anni. La Stella Azzurra mi ha aiutato ad affrontare i problemi e a superarli. Devo molto a chi ne fa parte”.
La vittoria dell’Europeo
Una vita fatta di scelte, delusioni, ma anche tante soddisfazioni, come l’oro europeo conquistato in Estonia con la nazionale U20 nel 2013: “E’ stata una delle emozioni più grandi vissute in carriera. Solamente indossare la maglia della nazionale è un orgoglio. Quello è stato un europeo in cui ha funzionato tutto, nonostante non fossimo i favoriti. Solo il fatto di essere arrivati ai quarti di finale è stato un miracolo, ma quando c’è entusiasmo, coesione e un po' di fortuna, possono succedere cose stupende come quella di vincere la medaglia d’oro”.
Sono tanti i giocatori diventati importanti a livello nazionale e internazionale che Matteo ha affrontato o con i quali ha condiviso lo spogliatoio: “All’epoca uno è giovane, piccolo e non si rende conto di queste cose. Ad oggi per me è stata una fortuna condividere mesi di allenamenti e partite con giocatori del calibro di Della Valle, Tonut e Abass, ma anche con atleti che tuttora si trovano in Eurolega ed Nba. Quando ci pensi, ci fai caso, ti lascia dentro una grande soddisfazione. Si tratta di esperienza e ricordi che ti formano e porterai con te per sempre”.
Studio e pallacanestro
Reggio Calabria, Nardò, Barcellona, Cento, Forlì, Chieti, Matera, Jesi, oggi Luiss. Ecco cosa ha spinto Matteo Fallucca a sposare questo progetto: “E’ stata una scelta diversa rispetto a quelle fatte in passato, che mi permette di portare avanti un discorso sia sportivo che accademico. Volevo investire uno, due anni, su me stesso, soprattutto per il post carriera. Nel tempo Fallucca ha potuto osservare compagni più grandi e notare che quando è il momento di abbandonare il professionismo ci si scontra con momenti di difficoltà. Ulteriormente confermata la decisione di approdare alla Luiss: “La Luiss è l’unica in Italia che mi permetteva di continuare a divertirmi in un campionato competitivo e al tempo stesso studiare in uno degli Atenei più importanti dello stivale”.
Basket a scuola
Rispetto agli altri paesi, la pallacanestro rimane in Italia ancora uno sport secondario. Matteo ci dà uno spunto per una riflessione, affinché questo sport possa affermarsi in maniera più incisiva anche nel nostro paese: “Secondo me manca tutta la parte del basket nelle scuole. In Italia se un bambino gioca per strada gioca a calcio. Tutti noi abbiamo giocato a calcio e difficilmente un ragazzo nasce con la passione per la pallacanestro, a meno che tu non venga da una famiglia di cestisti come me. Affinché ciò accada bisogna portare maggiormente il basket nelle scuole elementari e medie”. Altro fattore chiave a modo di vedere dell’ex Jesi e la trasmissione delle partite in chiaro. “Perché per vedere la nazionale ho bisogno dell’abbonamento?” Così diventa difficile che la gente si avvicini a questo sport”.
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