La legacy di Kobe Bryant
- by Cristiano Simeti
Il Black Mamba si è congedato, dopo aver costruito una Legacy storica e oggi avrebbe compiuto 42 anni.
Kobe Bryant ha segnato un’epoca nel gioco della pallacanestro, conquistando 5 anelli NBA, appena uno in meno del suo idolo Michael Jordan che ne vinse 6 e che ha sempre preso come modello per migliorarsi ogni giorno. Un vincente che sin dai 20 anni ha sempre affrontato i palcoscenici dell’NBA senza timore, impressionando i grandi cestisti di quell’epoca. Black Mamba abbinava un’agilità impressionante a una qualità nelle giocate senza eguali. Ha vestito la maglia dei Los Angeles Lakers per 20 anni, coronati dalla sua ultima partita allo Staples Center prima di dare l’addio al basket, mettendo a segno 60 punti, a testimonianza della sua legacy. Tra i suoi momenti di dominio assoluto, gli 81 punti in una solo partita, contro Toronto, quando vestiva ancora la maglia numero 8. La stessa che è stata ritirata dalla franchigia assieme alla numero 24, quella della sua seconda parte di carriera e che lo ha consacrato come dominatore assoluto della lega nel post Jordan.
La carriera di Bryant ha avuto inizio in Italia a Rieti proseguendo negli Stati Uniti alla Lower Merion High School. E’ diventato il cestista più forte del pianeta nella sua epoca grazie alla cosiddetta “Mamba Mentality”: quel fuoco dentro nel voler essere la miglior versione di se stesso e superare il limite. Il suo imprinting con i compagni lo ha portato ad acquisire una leadership da scrivere sui libri di storia.
Molti grandi hanno trovato ispirazione nelle sue parole e nel suo gioco, uno su tutti LeBron James con cui aveva un rapporto di rispetto e fratellanza. Ha giocato nonostante il dolore lancinante, la rottura del tendine d’Achille, episodi che avrebbero messo al tappeto chiunque.
Kobe, da quando nel 2016 si era ritirato, si era dedicato al talento di sua figlia Gianna, l’erede di Mamba che stava apprendendo i trucchi del mestiere. Il suo talento si è potuto ammirare anche in campo cinematografico: un Oscar per il cortometraggio grazie alla sua commovente lettere di addio al Basket, “Dear Basketball”, toccante dichiarazione d’amore allo sport che gli ha regalato un sogno e che ha ricambiato dando anima e corpo. Quella tragica domenica del 26 gennaio segnerà per sempre lo sport, non solo quello americano.Ma Kobe ci ha lasciato qualcosa di indissolubile: la PASSIONE.
Cristiano Simeti