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by Nicolò Piemontesi

Da giocatore ad allenatore in poco tempo, Mister Peschiaroli ci spiega come ha vissuto questo cambiamento

Due ruoli nella stessa famiglia
“Se non frequenti il campo, non puoi poi dire la tua. Nel passaggio da giocatore ad allenatore ho fatto mie tutte quelle sensazioni ed emozioni vissute nello spogliatoio e in campo, e, anche se ancora alle prime armi, cerco con queste di creare aggregazione e unità tra tutti”. Un passato da giocatore, l’iniziazione da bambino al mondo del pallone, a Federico piace chiamarlo così, perchè il calcio lo fanno i professionisti, poi l’approdo alla Caput Roma. Nella società arancio-nera la consacrazione definitiva, il passaggio da calciatore ad allenatore in seconda, successivamente a vero e proprio mister della squadra. L’esperienza è ancora agli inizi ma la passione e la grinta non mancano, a lui e a tutti i suoi ragazzi. Fortunatamente il cambio di ruolo non è stato dei più difficili, alcune pulsioni e irrequietezze rimangono, ma l’aiuto dei veterani dello spogliatoio e il carattere da trascinatore di Federico hanno fatto il resto, permettendogli di raccogliere consensi e fiducia tra gli ex compagni. 

Siate riconoscenti
“Il ruolo dell’allenatore in seconda spesso passa in secondo piano, o viene minimizzato a colui che porta l’attrezzatura o copre il mister quando non può esserci. Non è così, è uno dei tanti personaggi necessari che agiscono nelle retrovie di una società, dal magazziniere al presidente, tutti sono fondamentali. Una squadra senza fondamenta solide è come una bella macchina con una ruota bucata, se tutti gli ingranaggi non sono perfettamente a posto non serve a niente.” Oltre alle istruzioni tecniche e tattiche, mister Peschiaroli tiene moltissimo alla crescita personale dei suoi ragazzi. Vuole che essi siano gentili, educati, e rispettosi sia con chi lavora per la squadra che con gli avversari e l’arbitro. Federico ammette più volte di perdere la testa quando vede uno dei suoi ragazzi protestare o contestare continuamente le scelte arbitrali, tutti possono sbagliare, come per giocatori e allenatori a cui queste categorie servono per migliorare, anche per chi sta in mezzo al campo a fischiare può capitare di non prendere la decisione corretta. Nel rapporto con i suoi ragazzi si rivela invece più fraterno e amichevole, senza però lasciare che se ne approfittino, avendo sempre una parola da spendere quando qualcuno è in difficolta, e capendo che il gioco del pallone, a questi livelli, sia una grande passione ma non il punto chiave attorno a cui gira la vita dei giocatori, proprio per questo sa come fattori extra campo possano influenzare la mentalità e il rendimento.

Ogni partita sarà una finale
“Non voglio che i ragazzi parlino di chi sarà il nostro avversario, dobbiamo vivere domenica in domenica il campionato, senza guardare la classifica o i punti che ci separano. Dobbiamo concentrarci su noi stessi, allenarci sempre con la massima serietà, e pensare a portare a casa il risultato”. Oggi ad attendere la Caput Roma ci sarà lo Sporting Aniene, con i padroni di casa che vengono da tre vittorie consecutive di fila, ottime per rafforzare il morale, già positivo di suo, nello spogliatoio. Ci si aspetta una sfida molto agguerrita, anche perchè gli ospiti arrivano anche loro da un momento molto positivo, nel quale spicca la vittoria contro la prima della classe dell’Undici CalcioMister Peschiaroli, oltre alla solita grinta e voglia di fare risultato, si aspetta un’altra cosa dai suoi ragazzi: ordine e calma in mezzo al campo, niente confusione o mancanze di rispetto.

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