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Tra il Calcio a 11 e quello a 5, Rodio ha un sogno: la Roma

by MassimilianoLergetporer

Un viaggio nei trascorsi di Gianmarco Rodio, giocatore classe 2002 della Tevere Remo Calcio a 5, del girone G di Serie D

Gli inizi della carriera
Tantissime sono le esperienze e i sacrifici di Gianmarco Rodio per conseguire il suo sogno: "Ho sempre giocato a calcio a 11. Ho iniziato al Futbolclub, poi a causa di problemi societari, mi sono spostato al Savio per tre anni, poi Frosinone e nuovamente al Savio. La pandemia ha cambiato tante cose e per conciliare calcio e studio ho intrapreso la strada del calcio a 5’”. Una carriera fatta di scelte e cambiamenti importanti ma per passione, Gianmarco continua a perseverare, ricordando orgogliosamente il suo passato “All’inizio il calcio per me era solo divertimento poi, dopo tante soddisfazioni, ho capito che era quel che avrei voluto fare realmente”.

Le difficoltà iniziali
Una strada nuova, contraddistinta dalla voglia di rimettersi in gioco quella del numero 11 della Tevere Remo, che ha voluto confrontarsi con la nuova realtà del calcio a 5 "Per me sono due sport completamente diversi. Il calcio a 5 è tutto basato sulla posizione, sull’inseguire l’uomo e anche il pallone cambia. Devo imparare ancora e mi sto impegnando per assimilare le differenze tra calcio a 11 e calcio a 5”. Spazi più piccoli e gioco più dinamico. Gianmarco analizza quanto sia importante mantenere alto il livello di focus mentale durante la partita: "E’ importante rimanere concentrati sia a livello fisico che mentale, perché a calcio a 5 hai la possibilità di rifiatare e rientrare di nuovo. Spesso noi ci siamo ritrovati a essere ribaltati in pochissimi minuti per il dispendio di energie mentali. Gli spazi sono ristretti e con due passaggi stai in porta".

Vivere per il goal
Gianmarco Rodio ha saputo segnare in ogni squadra in cui ha giocato, e lo ha fatto siglando goal anche in maniera diversa. Ha segnato di rapina e in velocità: “Fino a qualche anno fa mi è sempre piaciuto giocare esclusivamente spalle alla porta, far salire la squadra, giocare di sponda, imbucare gli esterni, però piano piano anche con l’aiuto di qualche allenatore, ho giocato più lontano dalla porta. A me piace essere utile per la squadra, ma se non segno non gioco bene e non sto bene.

Il futuro è americano
Il calciatore della Tevere Remo vuole lasciare il segno anche nel mondo dei 'grandi', senza rinunciare allo studio: “Il mio sogno è arrivare a giocare nella mia squadra del cuore, la Roma. Al 99% quest’estate mi trasferirò per un percorso di studio e calcio in un college negli Stati Uniti, e lì essendoci la possibilità del draft, dovrò allenarmi 10 volte di più per raggiungere il mio sogno: entrare nel calcio professionistico. Mi è rimasto un po' in gola il modo in cui si è evoluto il mio percorso da questo punto di vista”.

Uno sguardo al Presente
Mentre Gianmarco pensa ai suoi prossimi obiettivi, parliamo della sfida più imminente, quella contro il Fiumicino: È una partita impegnativa e complicata. Quali saranno gli ingredienti giusti per portare a casa 3 punti importanti? ”Dobbiamo rimanere concentrati ed evitare di subire dei blackout come già successo, compromettendo poi la partita. Non abbiamo nulla da invidiare alle altre squadre sia tecnicamente che tatticamente. L’unico rammarico è che ci manca un pizzico di esperienza in più”La Tevere Remo sembra dunque decisa a ripetere le prestazioni positive che spesso hanno avuto in trasferta e la consapevolezza di giocare meglio fuori casa è tutta nelle parole dell’attaccante: ”In casa forse ci sentiamo più a nostro agio e ci lasciamo andare, mentre fuori siamo più concentrati e la vittoria ci trasmette maggiore carica”.

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